Ultima modifica 3 Marzo 2020
Un altro aspetto importante da valutare in una adozione internazionale, visto che sono in aumento, è la loro situazione sanitaria.
I bambini provenienti dall’Europa dell’Est e dall’America Latina sono sempre più grandi di età e spesso ci si trova di fronte alla necessità di fare cure specifiche.
Si sono inoltre aperte nuove frontiere per l’adozione in paesi come l’Africa e in Asia (Nepal, Cambogia, Vietnam, Corea e Cina), zone dove i problemi sanitari sono ben presenti.
Nuovi Paesi di provenienza comportano la necessità di riconfrontarsi con diversi stili di vita, culture e tradizioni.
Dal punto di vista sanitario, la possibilità di patologie non diagnosticate nel paese d’origine, di difficile diagnosi perché molto rare in Italia o attualmente scomparse.
Per questi motivi è particolarmente importante che i Centri di Riferimento per l’accoglienza sanitaria al bambino adottato all’estero, incrementino la loro attività di assistenza specialistica, studio, ricerca e formazione. Lavorando “in rete” tra loro e in collaborazione con la Commissione Adozioni Internazionali.
Inoltre è molto importante la stretta collaborazione con il pediatra di famiglia.
All’arrivo in Italia, dovrebbe essere nostra cura, sottoporre il minore ad una accurata visita medica nel corso della quale verranno valutati i seguenti parametri.
- Peso e altezza: i parametri andranno riportati sulle curve di crescita del paese di provenienza GLNBI.org
- Circonferenza cranica
- BMI
- Stato nutrizionale
- Valutazione di visus ed udito mediante visite specialistiche
- Valutazione dello sviluppo psicomotorio. Nella valutazione ovviamente dovrà essere tenuto in considerazione la diversità della lingua. Andrà ripetuta dopo un ragionevole periodo di tempo (non standardizzabile in quanto influenzato da troppe variabili).
Una menzione particolare va data alla sindrome feto-alcolica.
Una malattia congenita che interessa i bambini nati da donne che in gravidanza hanno assunto dose eccessive di alcool.
Si osserva spesso nei bambini provenienti dall’Est-Europeo (in particolare Russia, Polonia ed Ucraina) dove l’etilismo rappresenta tutt’ora un grave problema medico e sociale.