Ultima modifica 20 Aprile 2015
E’ apparsa, su qualche quotidiano, la notizia di una possibile candidatura di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica.
E’ apparsa in sordina, tra altre candidature ai vari posti di comando che i “signori della sinistra” si promettono di distribuirsi, una volta vinte le elezioni e battuti prima il nemico interno (Renzi) e poi quello esterno (Berlusconi?).
Il nome del primo dei professori prestati alla politica, era il suo.
Vi ricordate quando, con totale improntitudine, negli ultimi anni del secolo scorso si diceva nuovo della politica?
Pensava che gli italiani avessero la memoria corta come la sua e non ricordassero la fugace apparizione come Ministro dell’Industria e del Commercio, e le suo promesse, mai mantenute che provocarono crisi e licenziamenti?
E forse ritiene lo stesso Prodi, che la presidenza dell’IRI fosse una cosa diversa da un incarico politico? Che ne fosse stato “onorato” per motivi diversi dalla sua appartenenza al partito di maggioranza di allora? Che fosse stato un giusto riconoscimento delle sue competenze? Ma mi faccia il piacere!!!
Ma torniamo al motivo di questa mia epistola, la sua possibile candidatura al colle.
Sarebbe degno coronamento di cotanta carriera, non dimentichiamo che il sullodato è stato presidente della commissione europea!
Ma, ho letto sul web qualcosa che non torna proprio a suo favore, non so se sia interamente vero, so solo che è passato nel silenzio generale, però non è nemmeno stato smentito, non ne ho trovato conferma, ma…
la notizia è questa: Romano Prodi è stato condannato dalla Corte di Giustizia Europea per azioni Compiute quando era Presidente, vi elenco, di seguito le motivazioni:
– aver fornito al Parlamento Europeo notizie false e non documentate
– aver emesso comunicati che mettevano in dubbio l’onorabilità di alti dirigenti che non si erano sottomessi alle sue imposizioni
– aver tentato di ostacolare la giustizia
I fatti sopraelencati risalgono agli anni 2002-2003 e si riferiscono a oscure vicende ruotanti intorno all’Eurostat, denunciati, per iscritto, da una funzionaria che si riteneva discriminata; la successiva inchiesta era tesa a scoprire se il problema fosse di iniziativa dirigenziale o potesse essere addebitato allo stesso Presidente.
E’ iniziato così il palleggio delle responsabilità, notizie false o tendenziose, sfuggite quasi per caso e approdate da giornali diretti o di proprietà di “amici” (così recita la notizia) per bloccare l’inchiesta, per evitare che la stessa coinvolgesse anche le attività del passato e precisamente all’interno di Iri e Nomisma, Prodi ha ritenuto di chiudere gli Istituti, ma non di licenziare le persone che vi lavoravano, no certamente, li ha solo privati dei loro incarichi, ma non dei loro stipendi, mantenendoli fino al raggiungimento della fatidica pensione.
Non pensate che la cosa non ci riguardi, perché quegli stipendi (lauti) li paghiamo anche noi, con le nostre tasse; perché, se ancora non lo sapete, l’Italia, come paese fondatore dell’unione, è tra i suoi maggiori contribuenti.
Sissignori anche ora che abbiamo problemi, che siamo in recessione, che dobbiamo fare sacrifici, siamo tra i maggiori finanziatori dell’ Unione.
Prodi, forse, riteneva che quei funzionari gli sarebbero stati tutti grati di vivere bene senza lavorare o che, per incrementare i loro introiti, si cercassero un secondo lavoro, magari in nero, per occupare le loro giornate.
Non ha fatto i conti che qualcuno, invece, fosse dotato di senso civico, di amor proprio e di ambizioni di carriera, sentimenti frustrati dal dolce far niente imposto da Prodi… e si sia comportato di conseguenza.
Di qui la denuncia, l’inchiesta, la condanna.
Degno inquilino del colle? Degno della massima carica italiana?
Qualcuno lo pensa?
Premetto che questo commento, forse un po’ nervoso, vuole essere una ‘critica costruttiva’, come richiesto dal vostro sito, che seguo in quanto mamma.
Ma è un peccato che “la condanna di Prodi” sia una bufala che gira su internet da anni…
Perché vedi, io sono una giornalista (anche se al momento disoccupata) e per lavoro proprio in quegli anni mi sono occupata di Prodi, e la ‘notizia’ di questa condanna (su cui ‘ovviamente’ i giornali non hanno mai scritto, presumo perché tutti schiavi di Prodi??) mi sembrava strana. Oh, non sono una prodologa. Però, proprio perché sono giornalista, ho cercato la fonte (oltre ad aver letto un bel po’ di materiale di archivio, e non blog o forum che scopiazzano qua e là…).
Così ho trovato la sentenza originale da cui si evince che sì, la Commissione europea (come dire “il governo italiano”, non il suo presidente) è stata condannata a risarcire 56 mila euro (ma la richiesta era di un milione…) per aver diffuso delle notizie ‘riservate’ sui ricorrenti (due funzionari europei cacciati, semplificando).
Per il resto “il ricorso è respinto”.
Basta leggere il documento originale.
(E prima di diffondere notizie politiche infondate, o comunque male interpretate, consiglierei sempre di andare oltre la prima pagina di Google…).
cfr sentenza:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:62005A0048:IT:HTML
cfr. ricorso presentato perché “la Commissione ha tenuto un comportamento illecito non garantendo la riservatezza e non rispettando i diritti fondamentali, in particolare i diritti della difesa e il principio della presunzione d’innocenza”:
http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf;jsessionid=9ea7d2dc30dbfd390270c38f4f21a538b8412621918f.e34KaxiLc3qMb40Rch0SaxuKb310?text=&docid=58462&pageIndex=0&doclang=IT&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=56560
Io seguo da tantissimo tempo nonna Lì e mi piace molto come scrive, cosa scrive e il suo modo di denunciare le cose. Non credo sia una giornalista ma semplicemente una nonna che ha voglia di dire la sua.
Nel suo articolo in ogni caso nel suo articolo scrive: ”Ma, ho letto sul web qualcosa che non torna proprio a suo favore, non so se sia interamente vero, so solo che è passato nel silenzio generale, però non è nemmeno stato smentito, non ne ho trovato conferma”… è chiaro che lei stessa dichiara che la notizia potrebbe non essere vera, ma non ha trovato smentita. Non credo che Nonna lì si fermi alla prima pagina di google, anzi trovo questa affermazione veramente scortese. I suoi articoli sono sempre ben scritti e ponderati. Forse in quanto non giornalista certe informazioni non ha modo di trovarle, e allora si limita a citarle informando per correttezza il pubblico che la legge che non ha trovato nel web ne conferma ne smentita. Personalmente anche io oggi ho provato a navigare sul web, ma non ho trovato informazioni…
Le critiche costruttive servono sempre, però voglio sottolineare che non sono state diffuse notizie infondate in questo articolo. E’ stato fatto riferimento ad una notizia che gira sul web, per la quale ha dichiarato di non aver trovato conferma ne smentita. Ma la notizia c’è e a li ha preso spunto per il suo articolo.
Grazie ad entrambe per il commento.
Le critiche costruttive aiutano a crescere… e i complimenti fanno sempre molto piacere.
Madainon ci credo, continua a seguirci e a commentarci se pensi che qualche cosa non vada, ne trarremo ottimo spunto per proseguire.
Federica anche a noi piace molto nonna Lì e per rispondere ad una tua ”non domanda” si, nonna lì non è una giornalista. scrive per passione.
Grazie a entrambe per il riscontro. E’ che da anni ‘inseguo’ bufale, da quando si chiamavano ‘leggende metropolitane’ (hoax), e purtroppo con la diffusione di internet il fenomeno si è amplificato a dismisura…
Quella ‘notizia’ (falsa, ripeto, perché Prodi non è mai stato condannato dalla Corte di giustizia europea; questo non esclude poi che sia stato condannato lui personalmente da qualche altro ente, eh! Io sto parlando di QUESTA non-notizia) è stata copiata-incollata centinaia di volte senza essere MAI verificata. Io ieri ci ho messo 10 minuti, semplicemente cercando su Google, a trovare i documenti ufficiali.
E comunque, purtroppo per i diretti interessati, le smentite (ad esempio ne scrisse “Il fatto quotidiano”) non hanno mai la stessa diffusione delle false notizie…
In ogni caso, Nonna Lì è in ottima compagnia: il sito dell’autorevole Corriere della Sera è noto per incappare spesso in bufale simili! Tutto per colpa della fretta di copiare-incollare non-notizie apparentemente succose.
Il succo vero della questione è che la stampa è molto più libera di quel che si creda. Semplicemente, è poco letta…