Ultima modifica 16 Giugno 2023
Questo articolo nasce sull’onda di “Libri ad alta leggibilità per bambini che non amano leggere”, pubblicato la settimana scorsa.
Confrontandomi sul gruppo Facebook #leggimiunastoria, è emersa la questione “dei figli che da piccoli son gran divoratori di libri e poi, crescendo, neanche li vogliono vedere!”
In effetti, dopo il classico quesito “quale libro consigliare” mi giunge “perché mio figlio o mia figlia non legge più come una volta?”
Cosa accade a un bambino o a una bambina che, fin da subito, dimostrano grande passione per la lettura per poi accantonarla totalmente, rifiutando ogni genere di libro?
Tenendo fede al nome del gruppo #leggimiunastoria, questo articolo nasce come una particolare recensione al come prendersi cura di questa relazione tra noi e le storie, le pagine, le immagini, i libri, la lettura.
Quattro passi per trasmettere l’amore per la lettura
Primo passo: mettiamoci in discussione.
Quanto leggiamo noi genitori? I nostri figli che esempio hanno quotidianamente?
Parliamo mai di libri e di letture con loro, condividendo opinioni e pareri sui libri che più amiamo o che c’hanno fatto riflettere su un dato argomento?
La nostra libreria è ben fornita?
Ci sono titoli accattivanti per l’età dei nostri figli?
Di solito, le risposte a queste domande son spesso positive: i genitori leggono e offrono librerie casalinghe ben fornite. Condividono molto meno i loro pensieri sulle letture e, forse, questo può essere un buon punto dal quale partire.
Secondo passo: quand’è stata l’ultima volta che abbiamo letto con loro un libro?
La lettura ad alta voce è un’attività che, quasi sempre, viene condivisa soprattutto nella prima infanzia e che tende a sparire con l’inizio della scuola primaria, convinti che, una volta appresa la lettura, il libro diventi affare personale e privato.
Nulla di più sbagliato!
La lettura ad alta voce è un vero atto d’amore verso chi ascolta, un prendersi cura amorevolmente attraverso la voce, le parole, dando peso e significato al racconto con il tono, l’espressività e la gestualità del corpo.
Senza contare l’enorme aiuto, durante i primi anni di primaria, che la lettura ad alta voce contribuisce nell’acquisizione delle competenze di base e del linguaggio, stimolando la capacità d’analisi grammaticale (pause e silenzi per aiutare a comprendere l’utilità della punteggiatura ad esempio), di arricchimento del vocabolario, nella capacità di strutturare le frasi e nell’esercizio della memoria (il ricordar ciò che si sente, provando a riassumere concetti e informazioni udite).
Certo, più i figli crescono più è difficile convincerli a restar accoccolati per sentir una storia, ma non è detto che sia sempre così.
A volte basta provare!
Passo tre: seminar libri.
Libri non solo in libreria, ma ovunque per casa, per dar l’idea che il tempo per leggere è sempre, ovunque e per quanto ne abbiamo bisogno: 5 minuti, mezz’ora o tutta la sera senza obblighi o altro. Leggere per piacere, perché in quel momento ci va, perché ci fa stare bene, perché nessuno ci impone di farlo.
Un buon posto dove seminar libri in casa è sicuramente il gabinetto, soprattutto quando abbiamo giovani lettori liberi di scorrazzare in giro: il momento catartico del bagno è da sempre accompagnato dall’inesorabile e sublime piacere della lettura. Oggi rimpiazzata dagli smartphone (seppur sempre di lettura si tratti) voi provate a lasciar lì qualcosa di accattivante: che siano riviste, fumetti, libri illustrati o romanzi state sicuri che poi li dovrete togliere per ritornare in possesso del vostro bagno!
Passo 4: i diritti del lettore
Ogni lettore ha dei diritti da rivendicare! Ce lo spiega Daniel Pennac nel suo “Come un romanzo” nel quale li elenca, spiegandone il significato:
Il diritto di non leggere.
Il diritto di saltare le pagine
Il diritto di rileggere
Il diritto di leggere qualsiasi cosa
Il diritto al bovarismo ( malattia testualmente contagiosa!)
Postilla per il diritto qui sopra elencato: è il diritto di commuoversi, di farsi prendere dalla storia e di piangere se ne sentiamo la necessità. Il libro come diritto d’evasione e godimento.
Il diritto di leggere ovunque.
Il diritto di spizzicare.
Postilla per il diritto appena trascritto: leggere una o poche pagine, una o poche righe di un libro e poi passare ad un altro.
Il diritto di leggere ad alta voce.
Il diritto di tacere.
Postilla per quest’ultimo diritto, forse il più enigmatico: la lettura non pretende risposte. Essa è un atto privato e ciò che ci spinge a leggere non dev’essere giustificato facendolo rimanendo per noi, esigenza umana e mentale, personale e di cuore.
Pennac, in questo libro, offre molti spunti per far comprendere il nostro rapporto con i libri, l’approccio con il quale li viviamo e che spesso imponiamo agli altri, fortemente convinti che sia la strada giusta per tutti.
Chiudo questo articolo proprio consigliandovi “Come un romanzo” di Daniel, da leggere insieme ai vostri figli più grandi.
Magari spizzicandolo con loro, saltando pagine, ad alta voce, ovunque voi siate, abbandonandolo per un po’e per poi riprenderlo, in silenzio o discutendone, rileggendo o chiudendolo definitamente.
Nella mia libreria ho moltissimi libri di Pennac.
In uno dei momenti più tristi della mia vita ho deciso di affidare, tra le pagine di un suo libro, un frammento, un ricordo di tale periodo, nella storia che più per me, rappresentava quella mia tristezza e che, in un certo senso, è stata ancora di salvezza donandomi una sorta di caldo conforto.
Perché le storie di altri riflettono in parte le nostre e ci fanno sentire meno soli, salvandoci!
Trasmettiamo questo a chi amiamo e il resto lasciamolo fare a loro, come in ogni relazione di cura e affetto. Seminiamo e restiamo ai bordi per vegliare da lontano, senza opprimere, per intervenire se ce n’è bisogno, senza soffocare.
Buona lettura!