Ultima modifica 25 Maggio 2021

Vi avevo raccontato di come sia la borsa di una mamma milanese?

Beh oggi vi racconterò di com’è la macchina di una milanese. Non voglio dire che sia obbligatorio ma ne conosco parecchie conciate come me quindi…

In effetti, la mia macchinina è trattata malissimo.

O meglio: io la amo ma la maltratto. Un po’ come la canzone di Marco Ferradini. Com’era? “Prendi una macchina trattala male…Non farti vivo e quando la prendi, fallo come fosse un favore…”Forse non vi ho detto che io cambio tutte le canzoni secondo le situazioni in cui mi trovo. Ma di questo ramo di follia ne parleremo un’altra volta.

Carlotta (mio marito non lo sa ma io la chiamo così) scorrazza per le vie di Milano tutti i giorni per svariati chilometri, ma se vivi in questo dedalo di vie, sensi unici e cantieri ogni 200 metri è difficile davvero mantenere la quattro ruote luccicante e integra del tutto.

Quindi per meglio mimetizzarsi nel traffico e sentirsi veramente parte della giungla di clacson la vera macchina meneghina deve:

Avere almeno un paio di bozzi decisi.
Ed io li ho prontamente fatti! Uno per lato così non ci sono invidie di una portiera verso l’altra. Giusto? Giusto.

Un paraurti super collaudato.
Se vuoi sopravvivere al parcheggio selvaggio, devi essere creativa. Molto creativa. E per essere molto creativa devi sentire il “TOC” davanti o dietro. O entrambi. Non c’è limite alla creatività.

Devi avere un buon impianto stereo.
Sì perché solo i disperati esauriti ballano al suono del clacson o delle ambulanze, pompieri e polizia diciamocelo. Quindi meglio ballare sentendo la tua musica preferita che, tra l’altro, ti terrà decisamente compagnia quando sarai in tangenziale.
Sì perché almeno una volta ogni tre giorni e senza nessun motivo né apparente né concreto, ti troverai inchiodato, fermo lì come una salsiccia arrosto d’estate e come un fantasma nelle giornate di nebbia. Quella tipica, rinomata nebbia lombarda così fitta che ti senti anche un po’ idiota lì fermo, da solo perché quello davanti non lo vedi nemmeno…Surreale lo so…

Sporca. La macchina a Milano deve essere sporca.
Almeno fuori. Tanto anche se la lavi poi piove regolarmente no?
Questa è la legge di Murphy uguale in tutta italia eh? Il problema che a Milano quando piove alla macchina si appiccicano delle strane polveri…E ti rendi conto di cosa respiri tutti i giorni. Quindi meglio lasciarla bella sporca e non pensarci affatto!

Se poi sei anche una mamma, la tua bella Carlotta avrà altre caratteristiche:

• Sarà inevitabilmente sporca. Anche dentro. Un grande contenitore per: carte di caramelle e bastoncini di lecca lecca. Briciole di biscotti. Impronta della scarpa del momento sul retro del sedile dove è collocato il figliolo e il suo seggiolino. Disegni vari. Non so se capita solo a me ma per il mio bambino un disegno è anche solo una riga fatta da lui su un foglio qualsiasi. E che quindi bisogna rigorosamente conservare. E senza una data di scadenza.

• Giochini di vario genere. Almeno due o tre palline. Un camion semi rotto (buono per la macchina ma non per casa così dice lui…) e almeno un altro dimenticato da qualche amichetto.

• E per la tua salute mentale, un sacchettino per cambio urgente contenente il mio personale kit di sopravvivenza: due mutande di ricambio (una per cose più solide e una per la pipì di solito bastano), pantalone e maglietta (si riesce a sporcare anche quella) e ovviamente salviette profumate.

E naturalmente il tutto deve essere contornato da una buona dose di pazienza, condito con ferrea organizzazione e presentato con la frase mai fuori luogo che recita “ah si scusami, ma non ho fatto in tempo a portarla a lavare”.
Non so in realtà se funziona davvero, ma diciamo che se il passeggero in questione è donna e non è mamma ti capirà “perché chi ce l’ha il tempo?“. E se invece è mamma, si siederà accanto a te e sorridendo dirà “caspita è uguale all’interno della mia “.

Nonostante tutte le angherie a cui la sottopongo Carlotta è la mia amica fedele.
Ed io la amo alla follia. Almeno fino a che non mi dirà che ne ha abbastanza……

Svalvolata ben riuscita. Precisa e attenta sul lavoro, giocherellona e sbadata in casa, tanto che spesso e volentieri dimentico le cose in giro (per fortuna mai marito o figlio).

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