Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Michela oggi ha scritto che anche noi donne dobbiamo proteggerci usando un abbigliamento più consono. Una volta le sarei saltata al collo: Ma come? Non ho più il diritto di vestirmi come voglio perché rischio lo stupro?
Quando avevo un’altra età e, soprattutto, un altro fisico, mi piaceva provocare. Nel limite del lecito. Non ho mai usato gonne corte ma a volte i tacchi sì e amavo le trasparenze. E qualche volta mi sono divertita anche a vedere gli effetti collaterali.
Ma mai mi sono vestita in modo da far girare la testa agli uomini per strada.
E ora vivo qui e vi racconto come funziona qui con l’abbigliamento. Non sto a parlarvi dei gusti che sono un’opinione, ma che da Italiana mi metterei le mani nei capelli.
Consci del fatto che nessuno qui giudica (tranne le expat italiane!), ci si mette davvero qualsiasi cosa addosso. E così non è strano andare al supermercato e trovare gente in piagiama che fa la spesa, signore con la tinta in testa che non sprecano i 30 minuti di posa. D’estate poi ci si libera di tutto e si vedono persone ciccione (io non sono affatto magra ma qui… spesso mi ci sento!) in pantaloncini corti corti. Gli uomini con certe canotte tutte aperte di lato che mi fanno rabbrividire. Bisogna davvero imparare a guardare avanti e non giudicare. Ma a volte è davvero difficile!
Però, come già accennavo in un altro articolo, le bambine in spiaggia nemmeno a 3 anni stanno col petto scoperto: o costume intero o due pezzi, A QUALSIASI ETA’. Così, anche nelle pubblicità, non ci fanno vedere bambini semi-nudi e non esistono le veline: in TV sono tutte vestite!
Per la stessa ragione, anche a scuola, là dove non c’è uso di una divisa, c’è comunque un codice da rispettare:
I leggins vanno bene ma con sopra una maglia lunga o un vestito o una gonna che copra le curve (sopra al ginocchio è sufficiente) e anche alle elementari;
I pantaloni devono essere sopra al livello chiappe (le mutande non si devono vedere);
D’estate le canotte vanno bene ma quelle a spallina larga;
Pantaloncini almeno a metà coscia;
Scollature ampie sono “inappropriate” (termine che ormai è molto familiare);
Le ragazze quando cominciano a dare segni di crescita del seno devono avere un top o un reggiseno a protezione.
Ti ci abitui.
Quando d’estate vedo i miei amici in Italia che mettono foto delle figlie piccole a petto scoperto, confesso che mi fa uno strano effetto.
E poi c’è Instagram… su instagram seguo diverse amiche dei miei figli, sia Italiane che Americane. La differenza è abissale e salta agli occhi. Tutte hanno queste foto con le labbra a bacio ma è l’abbigliamento che è totalmente diverso. Si passa dal quasi nudo al normale.
A volte mi sento l’unica mamma che fa di tutto per proteggere la propria figlia. E vorrei proteggere anche quelle ragazzine che hanno i profili completamente aperti a chiunque. E le cui madri forse ignorano… che le figlie sono su instagram… o i pericoli di certe foto.
Quest’inverno a scuola dei miei figli è venuto un giudice esperto in frodi telematiche e ci ha fatto vedere com’è facile per un pedofilo adescare una ragazzina. Un esempio banale.
A scrive sulla bacheca di un’amica: “vediamoci dopo scuola al parco“.
MrX fa una rapida ricerca in pochi passi: sul profilo di A c’è una foto con la scuola di sfondo. MrX con strumenti a disposizione su Google, trova che quella è la scuola Scuola X. Il nostro MrX va sul sito della scuola e vede lì, nella homepage che la campanella suona alle 4:30 e che accanto alla scuola c’è un parco. Ecco fatto che il nostro MrX si troverà alle 4:30 al parco accanto alla Scuola X.
PROTEGGIAMO I NOSTRI FIGLI. CONTROLLIAMO QUELLO CHE SCRIVONO. E pazienza se significa litigare con loro perché lediamo la loro privacy: meglio che lo facciamo noi e non “Mr.X”
Perfettamente d’accordo. Proteggiamoci e proteggiamo i ragazzi. Insegnamo che non sempre purtroppo possiamo essere libere. La parte del tizio in piagiama o della tizia con la tinta è esilarante ma ci dimostra, come a volte la simpatia e la spontaneità, rendano la vita più semplice e divertente.
E te lo dice una che è nata dicendo io donna, io gonna e che non disdegna gonne corte e tacchi alti. Ma quando sono in zone “protette” o sono “accompagnata”.
Grazie Renata per aver colto!