Ultima modifica 10 Ottobre 2019

Un giorno un’amica, mia coetanea con 4 figli allora fra i 12 e i 20 anni, mi ha invitata ad un “party”.
Non è quello che pensate. Si tratta di quei party di vendita di prodotti, molto usata da questa parte dell’Oceano.
Dai gioielli alle borse, dal cibo ai prodotti di bellezza. Madri, figlie… tutti coinvolti in queste vendite che a me, sinceramente, proprio non piacciono. E soprattutto non so dire di no.

Comunque, facciamola breve. Eravamo a casa di questa amica, nella sua cucina, quando, alla spicciolata, i figli hanno cominciato ad arrivare: sono entrati in cucina, hanno aperto il frigo o il freezer, preso quello che volevano, appoggiati al ripiano, senza nemmeno sedersi su una sedia, hanno cominciato a mangiare, chiacchierando fra loro.

Tutto normale, forse. E invece no!

Nessuno di loro, amici compresi, si è degnato di dire Buonasera, o fare un cenno qualsiasi di saluto. Nessuno.

Se io avessi mai osato fare una cosa del genere, mia madre mi avrebbe presa per un orecchio (o a calci direttamente) e mi avrebbe insegnato le buone maniere.

Questa scena è ancora impressa nella mia mente fin da allora, 5 anni fa.
E non solo per il motivo di cui sopra, ma anche per un altro: hanno mangiato in piedi, prendendo qualcosa dal freezer o dal frigo e scaldandoselo. Senza sedersi e senza aspettare che una cena fosse pronta o aspettare che tutta la famiglia fosse riunita intorno alla tavola. Una cosa che farebbe tremare qualsiasi italiano.

A quel punto ho cominciato una mia personale ricerca per scoprire che quella è la tipica famiglia americana: cucinare per loro significa prendere qualcosa dal freezer e passarlo nel microonde.
E stare a tavola tutti insieme è una cosa che si fa per il Ringraziamento e a Natale. Stop.

Non esiste il momento di “comunione” in cui la famiglia comunica, litiga, si diverte, si racconta storie o organizza la serata o un viaggio, insomma, condivide.

Trovo sconvolgente che le famiglie non abbiano tempo, o per meglio dire, voglia, di stare insieme.

E questa mancanza di comunicazione si ripercuote in altri campi come la scuola,  in particolare sulla sessualità: ragazzi in piena pubertà che non sanno cosa stia succedendo al loro corpo e non sanno come affrontarla.
E non sanno a chi rivolgersi. Genitori che delegano alla scuola e alla fine la scuola deve gestire giovani, troppo giovani, coppie con un figli e si trova a dover creare al suo interno le nursery per permettere a questi ragazzi di poter almeno terminare gli studi.

Adolescenti che non sanno come gestire le prime liti di coppia.
E molti di loro hanno genitori divorziati che li costringono a passare 3 giorni in casa di uno e 3 giorni dall’altro.
Lavoro in un asilo e non avete idea di quanti bambini di due o tre anni hanno i genitori già separati: alle prime difficoltà, invece di affrontarle, si divorzia.

Perché nessuno ha insegnato loro, e prima di loro ai loro stessi genitori, come si affrontano le difficoltà.

O genitori che non si preoccupano affatto dei bisogni dei loro figli. Un esempio: c’è una mamma che arriva la mattina mentre parla al telefono. La vedo già al telefono mentre guida, parcheggia, sempre al telefono, apre la portiera per far scendere il figlio (2 anni), lei si incammina, il bimbo dietro, lei sempre al telefono, apre, posa le cose del bimbo nel suo ripiano e se ne va. Sempre al telefono e senza salutare il figlio. Il figlio è SPORCO, e non ha fatto colazione, dobbiamo dargliela noi. E non è un caso isolato, purtroppo.

E’ la mia più grande preoccupazione vivendo qui: spero che i miei figli trovino partner maturi abbastanza con cui creare una famiglia solida basata sulla COMUNICAZIONE.

Nata ad Ivrea, con il mio compagno condividevo un sogno: vivere in America. Ed è grazie a lui e al suo lavoro (il mio l’ho perso a causa della crisi) che il nostro sogno si realizza.

2 COMMENTS

  1. Sono d’accordo, ma c’è anche da dire che molto spesso la comunicazione manca anche tra chi condivide molti momenti insieme, fatti per lo più di falsa cortesia e finto interesse.
    Che è un discorso a parte, ma comunque connesso a questo: non solo non si sta coi figli, ma quando ci si sta, non si sa neanche come farlo bene! Anche i troppio matrimoni che finiscono, secondo me non sono arrendevoli di fronte alla difficoltà, bensì basati su principi frivoli e di “tutela dell’apparenza”…perché avere un figlio da single sta male e non ti tutela.
    Io vedo proprio sbagliate le basi, non si sa comunicare coi figli, nè in coppia, perché?
    Secondo me perché nessuno lo insegna!

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