Ultima modifica 20 Aprile 2015
Forse per una specie di compensazione per il genocidio subìto, forse si ritenevano un po’ responsabili per le emarginazione, le angherie subite da quello che si chiamava popolo eletto, ma che per i diversamente cristiani era semplicemente il popolo deicida.
Popolo che nei secoli, sin da quando era stato costretto ad abbandonare la propria terra, era stato fatto sentire straniero nei luoghi dove cercava riparo, dove stabiliva la propria dimora e, da sempre, aveva l’idea fissa, il desiderio spasmodico di ritornare in quella che chiamavano terra promessa, promessa dal loro Dio e li attendere che arrivasse quel Messia che avrebbe loro dato fama e potenza.
Per questo non avevano mai cercato un luogo dove vivere insieme, una terra da chiamare propria e dove poter vivere e praticare la loro religione senza problemi.
Non dopo la scoperta del continente americano, come avevano fatto i mormoni, e neppure dopo quella dell’ Australia che pure aveva fame di uomini, la speranza di ritornare in Palestina, la terra dei loro padri, lo ha sempre impedito.
Ma quelle terre, sebbene scarsamente abitate, seppure desertiche, appartenevano, da secoli, ad altri popoli, altra gente la chiamavano patria.
Erano, e sono, popoli di etnia diversa, di religione diversa sulla quale, come del resto Israele, fondavano, e fondano, le leggi del vivere quotidiano. Popolo che è stato scacciato dalla sua terra, relegato altrove, senza essere interpellati, con una decisione calata dall’alto che hanno dovuto subire con la forza, con la violenza e cederla ad estranei, gente che parlava lingue diverse, aveva culture diverse ed eterogenee e che fondavano la loro unità, il loro stato, la loro stessa vita sulla religione.
E, da subito, sono iniziate le lotte, gli attentati, le ribellioni, la voglia di riprendersi ad ogni costo quel territorio togliendolo a quello che, ovviamente, consideravano un popolo usurpatore e di ripristinare il loro stato.
Dall’altra parte, gli ebrei che, da sempre, ritengono loro quel territorio lo hanno difeso con le unghie e con i denti ed essendo un popolo ricco di denaro, volontà ed idee ed avendo molti finanziatori nei più ricchi tra i banchieri mondiali hanno lavorato molto e reso fertile il già desertico territorio, hanno tratto acqua potabile dal mare, impiantato industrie, prodotto sempre più ricchezze. Mentre nulla di questo è accaduto in quei lembi di territorio occupati dai palestinesi, molti di loro lavoravano, e lavorano, nelle aziende israeliane, ma altri si rifiutavano e si nutrivano solo di odio.
Israele, circondato com’è da stati dichiaratamente suoi nemici, stati che ne auspicano la distruzione, si è dotato del migliore degli armamenti di offesa e di difesa e ha vinto tutte le battaglie e le guerre da altri volute conquistando nuovi territori, ma mai riuscendo a porre termine alla sequenza di attentati, sparatorie, lanci di razzi, autobombe e kamikase che continuano a rendere difficile la loro vita.
Chi ha ragione? Chi ha torto?
Tutto ha avuto inizio da quell’atto di sopraffazione, da quella decisione che non ha tenuto conto delle ragioni degli abitanti, decisione presa sopra la testa dei palestinesi, decisione unilaterale assunta a tutela di un popolo che usciva da un dramma inimmaginabile, da un genocidio dettato dalla follia di un uomo, ma che aveva dolorosi precedenti.
Ora, a distanza di più di 50 anni che cosa si può fare?
Si possono conciliare due diversi diritti?
Riusciranno gli uomini di buon senso, con il cervello non ottenebrato dall’odio a portare una pace vera e duratura in quei territori martoriati?
Riusciranno a pensare a come poter vivere senza ammazzarsi l’un l’altro?
Periodicamente il dramma si riacutizza, i morti si sommano ai morti, e qualcuno continua a sparare per sparare, incurante dei danni che procura a quella che considera la sua gente e gli altri rispondono causando nuove vittime, molte, tante, troppe vittime specie tra i bimbi. E le battaglie di quella che nessuno vuole chiamare guerra infiammano tutto, o quasi, il medio oriente: Iran, Irak, Siria e ancora il Libano, oltre alla Palestina. Musulmani ed ebrei, cristiani maroniti e non, sunniti, sciiti, curdi l’un contro l’ altro armato sognando ……..di vincere e sottomettere o far scomparire gli altri.
Sognando supremazie assolute, sognando di governare il mondo. Ma quale mondo?Città distrutte, economie inesistenti, campi bruciati, uomini morti.
La stupidità, la follia, l’odio quando potranno essere sradicati dall’animo umano?