Ultima modifica 13 Febbraio 2017
“Papà, ma noi chi siamo?”.
Magari la domanda non è formulata così, magari lo sgomento di un genitore nel riceverla è diverso da persona a persona, ma molto spesso capita che i figli crescendo vogliano sapere di più sulle origini della famiglia.
La famiglia, la storia, le radici, le origini del cognome; tra le tante sane curiosità dei figli normalmente si inseriscono anche queste e – come tutte le domande – sono ottime occasioni di dialogo, conoscenza, complicità tra genitori e figli.
Io chiedevo per ore a mia madre di raccontarmi i bombardamenti di San Lorenzo, quartiere di Roma tristemente famoso per questo, che nella seconda Guerra mondiale hanno avuto il loro momento culminante nel 19 luglio 1943 immortalato in diversi film e canzoni.
Mia madre era una ragazza giovane che vedeva passare i bombardieri americani sulla sua testa e sganciare bombe che poi le cadevano a pochi metri da casa distruggendo case, amici, conoscenti e spensieratezza.
Mentre le chiedevo queste cose avevo la sua età e facevo i miei paragoni.
Così come mio padre mi raccontava le prodezze della prima guerra mondiale di mio nonno ragazzo, a 19 anni già sergente, che in zona di guerra al comando di un plotone s’infiltrava in territorio nemico e tornava con due ufficiali prigionieri.
Oltre i racconti, importantissimi ma soggetti a variazioni come tutti i racconti orali, ci sono le fotografie.
Quel bene prezioso che va scomparendo e che invece sostiene la memoria storica della società in maniera capillare e fondamentale.
Già due anni fa il dottor Vinton “Vint” Cerf, uno dei padri di internet, ci mise in guardia sulla voragine verso la quale, inconsapevolmente, ogni giorno mandiamo i nostri documenti più cari e importanti: testi, fotografie, video delle nostre vite, ma anche documenti legali, testimonianze, contributi importanti per chi – nei prossimi secoli – cercherà di comprendere qualcosa di noi e della nostra storia.
Ad ogni successiva innovazione nella conservazione digitale, e sono sempre più frequenti, le precedenti non si utilizzano più. Prendiamo la musica, si è passati nel giro di due generazioni dal vinile al nastro magnetico, poi al cd e ora sappiamo che il formato mp3 è prossimo alla pensione.
La memoria è a rischio.
E non sapere chi eravamo, non capire come siamo arrivati fin qui è realmente un grosso problema.
Fortunate quelle famiglie dove le foto si stampano, le lettere restano nelle buste sempre più lacerate, i quaderni di scuola si conservano (alle elementari quanti pensierini a piacere e liberi componimenti ho dedicato alla squadra della Roma! E che risate ogni volta, giustamente, si fanno i miei figli; altro che Nick Hornby).
Parlare, ricordare, ripassare i ricordi, riaprire lo scatolone delle foto.
Ecco il periodo delle festività è un’ottima occasione per farlo. Insieme.
Auguri di buon tempo da spendere con i figli.
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A volte l’attualità…
http://www.huffingtonpost.it/2016/10/22/cartolina-terzo-reich-_n_12598508.html