Ultima modifica 3 Maggio 2017

Finalmente, dopo anni di blocco a causa del devastante terremoto del 2010, ripartono ad aprile le adozioni internazionali in quest’isola tormentata dal post terremoto. Più tutele e diritti per i bimbi di Haiti, visto che anche questo Stato ha aderito alla Convenzione dell’Aja e al nuovo regolamento sulle procedure d’adozione internazionale.

haitiDa aprile, quindi, dovrebbero riaprirsi le porte dei tanti istituti dell’Isola caraibica con l’apertura delle adozioni internazionali.

Sono otto gli enti autorizzati ad operare nel Paese caraibico fin da gennaio 2013: NOVA, Ai.Bi, Fondazione Nidoli, Senza Frontiere, Lo Scoiattolo, SOS Bambino, Naaa, Enzo B. e sono disponibili ad avere il mandato da parte di aspiranti genitori, che desiderino adottare un bimbo haitiano.

I requisiti richiesti sono questi: coppie sposate da cinque anni o coppie sposate da meno tempo, ma che abbiano convissuto in modo stabile e continuativo per un periodo di almeno cinque anni. L’età minima di almeno uno dei coniugi dovrà essere di 30 anni e il limite d’età massimo per gli aspiranti genitori è di 50 anni.

Due sono i viaggi, che gli aspiranti genitori dovranno effettuare per poter adottare ad Haiti: il primo viaggio con una permanenza di circa tre settimane, quando la coppia dovrà recarsi nel Paese per conoscere il bambino e trascorrere un periodo obbligatorio di convivenza di almeno due settimane; il secondo viaggio, invece, servirà per andare a prendere il bambino, il quale sarà affidato alla coppia e potrà essere predisposta la documentazione necessaria al suo ingresso in Italia.

haiti2I minori haitiani adottabili sono orfani o figli di  genitori sconosciuti, o ancora figli di persone, che hanno perso la patria potestà e per i quali non sia stato possibile trovare una famiglia adottiva residente in Haiti; quindi, sono stati messi dai tribunali nel circuito delle adozioni.

L’entrata in vigore della Convenzione dell’Aja rappresenta il punto d’arrivo di un percorso, che ha portato la legislazione del Paese ad adeguare il proprio sistema di protezione e tutela dell’infanzia ai principi dell’Aja. Tra le conseguenze “pratiche” di questo adeguamento, la creazione dell’Autorità Centrale per le Adozioni (IBESR), che diventa così anche un organo di controllo e trasparenza per ogni adozione.

Quest’ultima dovrà definire, per il 2014, il numero di bambini adottabili dall’Italia: adesso, si parla di circa 110. Comunque, sarà garantita una particolare attenzione ai bambini con cosiddetti “bisogni speciali“, ovvero minori che soffrono di disturbi comportamentali o che hanno un’incapacità fisica o mentale o minori maggiori di 6 anni o facenti parte di gruppi di fratelli, al fine di trovare un nucleo familiare idoneo alle loro necessità.

Quindi, mi auguro che, chi sta ancora meditando su quale paese scegliere, ponga la propria attenzione a un Paese come Haiti, che tanto duramente è stato colpito e che necessita di tutto il nostro aiuto.

Elisabetta Dal Piaz

Riminese trapiantata per amore in Umbria da ormai 18 anni. Ex dietista e mamma attempata, di due fantastici figli del cuore che arrivano dal Brasile. Ma il tempo passa e i figli crescono (e non sia mai avere mamma sempre fra i piedi) ho ripreso a studiare e sono diventata Mediatore familiare, civile e commerciale. E a breve...mediatore penale.

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