Ultima modifica 7 Maggio 2019

Rosie Revere, l’ingegnera, di Andrea Beaty, illustrato da David Roberts.

Rosie Revere, l’Ingegnera.

Tra gli incipit delle storie che adoro di più, oltre a quelli di Anna Karenina e Moby Dick, c’è questo: 

“Questa è la storia di Rosie Revere, che sognava di diventare una grande ingegnera”.

Non sapete quanto mi abbiano scaldato il cuore queste poche parole.
La mia generazione è cresciuta in un’epoca in cui le bambine di seconda elementare sognavano di diventare ballerine, giocavano a fare le principesse, indossavano abitini di merletto e non si sbucciavano le ginocchia.
A memoria, nessuna tra le mie amichette raccontava di voler fare l’ingegnera, la scienziata, la matematica, l’astronauta. Beh, non proprio nessuna nessuna… qualcuna c’era, come quella ragazzina che incontravo ogni mattina nello specchio e che desiderava diventare una etologa. Che bimba singolare! 

Scritto da Andrea Beaty e magistralmente illustrato da David Roberts, Rosie Revere è una storia che celebra l’introversione e l’insuccesso. 

Rosie Revere, l’Ingegnera.
La piccola Rosie, con il suo foulard rosso

La timida Rosie, bambina di pochissime parole, passa molto del suo tempo a pensare, progettare e costruire sorprendenti creazioni per i suoi parenti, che sono tra i suoi principali sostenitori. Ma dal giorno in cui lo zio Fred, guardiano allo zoo, ride a crepapelle del suo cappello scaccia-serpenti, Rosie decide di tenere per sé tutte le sue idee e le sue invenzioni. Sarà la cara ed energica zia Rose a spingerla a riprovare, ricordandole che l’elemento essenziale della scoperta e di ogni processo creativo è spesso proprio il fallimento. 

Rosie Revere, l’Ingegnera.
“L’unico vero fallimento è decidere di rinunciare!”

In un mondo che pare essere l’apologia dei socievoli, degli estroversi, dei vincenti, essere riservati sembra quasi una limitazione del carattere.

Rosie invece ci insegna che dietro ad una bambina silenziosa può nascondersi un universo di possibilità in divenire.

Perché parlo di bambine e non di bambini?

Perché, ve lo dico con un po’ di amarezza, sono le bambine ad essere state storicamente le più limitate nei loro sogni, vincolate a futuri stereotipati e addestrate fin da piccine a fare le mammine, le piccole stiliste, le cuochine.
Generazioni di scienziate, chimiche, naturaliste, cardiologhe, astrofisiche si sono perse dietro a carrozzine rosa, dolceforno, barbie avvolgitrecce e smalto glitterato.

Rosie Revere, l’Ingegnera è tra quei libri inviati, sentite un po’, sulla Stazione Spaziale Internazionale e letti dagli astronauti all’interno del progetto “Story Time From Space”, iniziativa sostenuta nientepopodimenoche dalla NASA e volta a promuovere la lettura e le discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, per intenderci).

Ė toccato a Kate Rubins, astronauta americana, l’onore di leggere, in inglese ovviamente, Rosie Revere, l’Ingegnera alle bambine e ai bambini della Terra. Tutto in assenza di gravità!

Due parole proprio sulla versione in lingua originale, Rosie Revere, Engineer, che ci è stato regalato da una persona alla quale vogliamo molto bene. La storia, pur presentando termini poco consueti e non sempre facili, si snocciola bene ed ha un bel ritmo accattivante.

Il New York Times ha inserito il volumetto nella top ten dei libri più venduti per ben 154 settimane.

Se vi state facendo i conti, vi aiuto io: stiamo parlando di quasi tre anni. 

Sulla scia del successo interplanetario di Rosie, Andrea Beaty ha pubblicato Il quaderno dei progetti di Rosie Revere, un libro che accompagna il fortunato volumetto e che può insegnare alle vostre bambine come funziona un cuneo o un piano inclinato, come costruire una bicicletta del futuro, una catapulta o un forno ad energia solare.

Insomma, la prossima volta che ci chiediamo cosa regalare ad una bambina teniamo presente che dal dolceforno al forno ad energia solare il passo non è poi tanto lungo…

Mamma di Alberto e Diego, moglie di uno chef sposato apposta per mangiare divinamente a casa gratis. Insegnante di inglese -anzi, no, un’appassionata insegnante di inglese!- e, last but not least, una nerd di medio livello, un’avida consumatrice di libri, musica, film, fumetti e serie tv.

1 COMMENT

  1. Questo è un libro che piacerebbe molto a mia figlia Maika di 3 anni e mezzo che sogna di diventare…. Aspetta com’era!? Ah si allora sogna di diventare Medico Chirurgo (“mamma così posso salvare sia persone che animali” e quindi risolto per lei il problema del primo limite) ma anche Archeologa terrestre e spaziale (lo so, un giorno me lo dirà anche a me dove diamine le è fiorito questo pensiero in testa) e si prenderà anche il brevetto di volo, tutti i patentini esistenti per tutti i mezzi perché “metti il caso se si sentisse male proprio il pilota o qualcuno e una volta intervenuta a prestare soccorso non c’è nessuno che guidi tali mezzi per andare in ospedale!?”
    Eh già è una bimba che non aspetta il principe azzurro lei si salva da sola e salva anche gli altri.
    Lo acquisteròdi sicuro.
    Anche io scrivo libri e uno dei due pubblicati al momento è per bambini, per far conoscere la mitologia greca ai bimbi senza dimenticare la fantasia e la voglia di insegnare loro la libertà di azione, la responsabilità delle proprie azione, il credere in sé stessi e il valore Dell amicizia. Seguiranno le pubblicazioni degli altri libri della trilogia. Si intitola “La fata e la grande maledizione” edizione Infilaindiana.
    Grazie per il suggerimento.
    Vienimi a trovare qualche volta
    SUL mio blog parlo di Plusdotazione nei bimbi, di quotidianità con una bimba ad alto potenziale cognitivo con tutti i pro e i contro che ci sono, di novità, di scuola, famiglia ecc che non sempre soddisfino le esigenze e i bisogni di usti bimbi.
    UN abbraccio e grazie ancora per la recensione.
    Emilia

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