Ultima modifica 23 Novembre 2015
Per quello che è ritenuto religiosamente corretto, per non urtare i sentimenti di coloro che non appartengono o non seguono la religiane cattolica, dopo il Crocifisso viene vietato l’ allestimento del presepe negli asili e nelle scuole.
Qualcuno pensa che sia ingiusto perché è una nostra tradizione, perchè è parte integrante della nostra cultura, altri, invece, che sia giusto perchè la scuola deve essere laica e, quindi, non avere in se i germi contaminanti di nessuna religione.
Dobbiamo prepararci ad una scuola atea?
Una scuola avulsa dalla realtà in cui siamo immersi? Per far piacere a chi?
Ma vi pare una cosa semplice?
No, è un problema, e non piccolo, vi spiego perchè.
Si vorrebbe che nel programma didattico il Natale non avesse nessuna implicazione religiosa!
Ma, signori, il Natale è uno dei fulcri della religione cristiana, o no?
Cosa diventerebbe il Natale se gli togliessimo la veste religiosa? Pensateci!
Non avrebbe ragione d’essere, non esisterebbe.
Che cosa si festeggerebbe il 25 dicenbre di ogni anno?
Il nulla più assoluto!
Un regalificio, doni scambiati per chi e per che cosa?
Per tradizione? Ma quale! Una volta tolta la parola religione al Natale quale diventerebbe il significato?
O, meglio, vorremo davvero trovare un significato o ci fermeremmo al lato venale?
Dopo il presepe verrà vietato anche il più laico albero o si sostituirà il tutto dando ancora più vigore e alone leggendario al barbuto e vecchio babbo natale, in onore del quale contiueranno le feste e lo scambio dei regali, o anche lui verrà messo nel dimenticatoio?
In ogni casa un presepe, in ogni chiesa un presepe, ma senza clamore senza sbandierarlo, per non offendere chi non crede, ma che tranquillamente festeggia la vacanza regalata.
E si perchè non ho mai visto un ateo o un appartenente ad altre religioni, quelli stessi che protestano per il presepe in classe o per il significato religioso che la nostra società dà a questa festa, defilarsi, protestare per la concessione delle vacanze, non solo scolastiche, nessuno che si rifiuti e che pretenda di lavorare, perchè quello è, o dovrebbe essere almeno per loro, un giorno qualunque, un giorno lavorativo per eccellenza,
Oggi è più importante di ieri conoscersi, conoscere il nostro retaggio, conoscere la nostra cultura, le sue radici, comprenderle per capirle e capire i nostri errori e le nostre validità, se e quanto siamo cristiani e vogliamo difendere il nostro modo di vivere e di concepire la vita al di là di tutte le storture che il tempo ha ampliato,
Oggi più di ieri dobbiamo insegnare ai nostri bambini l’orgoglio dell’appartenenza, la consapevolezza dei nostri valori, perchè solo conoscendoli potranno confrontarsi ed accogliere o contrastare quelli di altre culture in un pacato confronto, in dialoghi costruttivi senza timori od incertezze.
Oggi più di ieri poichè le altre religioni, le culture diverse dalla nostra, le civiltà altrui a cominciare da quella musulmana ed ebrea stanno riscoprendo il valore e l’importanza di una radicalizzazione della dottrina,
Radicalizazzioni che vanno sempre più verso uno scontro più che un incontro delle diverse culture, verso un’ intolleranza assoluta e, a volte, prevaricante.
Insegnamo a porsi di fronte a questi problemi con fermezza, con la consapevolezza del nostro io, non neghiamo ai nostri bambini la conoscenza del loro mondo, della nostra civiltà.
Non neghiamo loro il perchè, le ragioni profonde per cui Natale è IL Natale.