Ultima modifica 11 Maggio 2018
Ad un ginecologo viene richiesto un risarcimento dalla madre di una bambina affetta da sindrome di Down, che lamenta il fatto di non essere stata informata adeguatamente sugli esami che avrebbe potuto fare per sapere se il feto fosse, o non, affetto da suddetta sindrome. La mancata informazione non le ha permesso di effettuare il test impedendole, di fatto, di abortire. Cosa che avrebbe fatto se lo avesse saputo.
Credo fortemente nella libertà di scelta, nel fatto che una donna debba poter decidere autonomamente se si sente, più o meno, pronta a diventare madre. Anche se credo che ci dovrebbe essere anche un’adeguata informazione e una serie di aiuti. Aiuti nella scelta da fare e, una volta effettuata, di tutto l’aiuto materiale e soprattutto psicologico che una scelta del genere comporta.
Non so quanto un risarcimento economico sia effettivamente una soluzione.
Una volta ottenuto, che cosa cambierà? Per la madre: che cosa cambierà? Non sarà comunque madre di una creatura bisognosa di cure? E per la figlia: che cosa cambierà? Smetterà di esistere?
La prima cosa che credo è che è triste pensare a come potrebbe reagire la figlia se sapesse che sua madre non avrebbe scelto di averla, se avesse saputo in tempo della sua malattia. Se lei lo avesse saputo, lei non sarebbe al mondo. Ripeto: credo che sia giusto che la madre possa scegliere se essere madre o meno.
Anche se essere madre è qualcosa che va molto, molto oltre, mettere al mondo una creatura. Sana o malata che sia. Quando si decide che si vuole un figlio e si è convinti che lo si voglia, solo se sano, credo sia giusto che si possano ricevere tutte le informazioni adeguate per attuare la propria scelta.
Ma rimane il fatto che questa creatura ora è qui. Dalla notizia, non emergono altri particolari rilevanti. Che rapporto c’è fra madre e figlia ? Perché chiede un risarcimento? Per una questione di principio ? Un risarcimento economico non credo riparerà nulla. Forse è di altro tipo di aiuto che la madre avrebbe bisogno.
Nel senso che ora questa creatura è qui. Sana o no, resta sua figlia. Spero che possa usufruire di tutte le cure e gli aiuti, anche medici, di cui ha bisogno per continuare a vivere. E che grazie a questo aiuto anche per la sua mamma sia più facile smettere di pensare che non dovrebbe essere nata e cominciare a gioire dal fatto che sia al mondo. Magari perfino a pensare che mai e poi mai avrebbe voluto abortire e non averla con se.
Sana o malata è sua figlia.
secondo me non è questione che una donna debba scegliere se essere o non essere madre, è un diritto voler sapere se si aspetta un bimbo sano o no perchè non tutti hanno i mezzi per poter far crescere adeguatamente una creatura che indubbiamente ha bisogno di cure più particolari, non bisogna giudicare gli altri, io ho di recente fatto l’amniocentesi perchè volevo essere certa che il mio bambino stesse bene e la decisione che eventualmente avrei preso è solo mia e di mio marito nessuno si deve permettere di farmi eventualmente sentire in colpa.
Io ho rifiutato di fare l’amniocentesi per non essere messa di fronte ad una scelta nel caso di…..Il caso si è concretizzato e oggi ho un meraviglioso bimbo di 21 mesi con Sindrome di Down che NON E’ UNA MALATTIA MA UNA CONDIZIONE GENETICA e chiunque utilizza il termine “affetto” lo utilizza sbagliando perchè si è affetti da una malattia. A parte tutto questo non giudico chi fa l’amniocentesi per decidere o meno di portare avanti una gravidanza ma non mi va che nemmeno un’imbecille possa dire che i bambini down vadano stroncati perchè sono un peso. Bene viviamo in questa società di estrema apparenza dove scegliamo i figli griffati da avere e tutto il resto gettiamolo via, che ne dite? credo che a generare certi commenti sia la disinformazione e la fottuta paura di non farcela. E se poi il tuo figlio sano durante il parto diventi celebroleso, che si fa? L’amniocentesi questo non lo aveva previsto. Lo buttiamo? Nel caso della signora di cui ampiamente se ne già parlato in quanto ha ottenuto il risarcimento, mi piange il cuore pensare al dolore che possa provare un domani la figlia nel sapere quanto accaduto. Si chiederà quanto le sia stato offerto per la sua vita. Amo il mio bambino più di ogni altra cosa al mondo, ho figli normo e non trovo nella sua crescita niente di differente. Ha i suoi tempi che non devono essere necessariamente uguali a quelli degli altri miei due figli. Tutti noi siamo esseri unici in quanto diversi gli uni dagli altri. Nel mio blog parlo proprio di sindrome di down. Fatevi un giro giusto per capire veramente cosa sia
coloridellamore.blogspot.it
Cara Nathalie, e’ un bellissimo articolo che condivido in pieno.
Non è il fatto di dovermi occupare di un bambino con problemi di tipo genetico\malattie perenni, di quello qualsiasi madre se ne farebbe carico, la scelta sta nello scegliere razionalmente di ‘condannare’ se così posso dire un essere a passare tutta la vita a combattere la sua condizione. Mi spiego meglio: ho visto un video che raccontava di una bimba nata con la sindrome della sirenetta. Solitamente sono bambini destinati a morire nel giro di poche ore dopo il parto. E già qui io mi chiedo: perchè farli nascere se si sa di condannarli comunque a morte appena nati? Per me è pura crudeltà. Comunque questa bambina miracolosamente non muore, almeno fino al decimo anno di età, ma in questo lasso di tempo non ha potuto vivere normalmente non poteva camminare, stare in piedi, fare i suoi bisogni fisioligici e quindi costretta a rimanere con i tubicini, mi ha fatto piangere la scena in cui chiedeva a sua madre perchè lei non potesse essere come gli altri bambini…. E io mi chiedo: perchè l’hai fatta nascere per soffrire così…