Ultima modifica 7 Novembre 2018
“Si è verificato un caso di pediculosi, consigliamo di controllare i bambini a casa”.
Alzi la mano chi di voi non ha mai ricevuto un avviso del genere da parte della scuola dei propri figli. E vai a controllare i loro scalpi neanche fossimo scimmie della foresta amazzonica.
Pediculosi, questa sconosciuta.
In genere la pediculosi si tratta, nel caso venga confermata la presenza, con prodotti chimici.
Shampoo, polverine, trattamenti antipidocchi, e quant’altro che ha oltre che un costo sociale e psicologico, anche un esborso economico non indifferente.
A volte invece si ovvia a questi trattamenti con metodi fai-da-te, che però spesso non danno risultati confortanti. E non eradicando il problema alla radice (ovvero le uova) questo fa la sua ricomparsa dopo breve tempo.
Purtroppo, dice Italo Farnetani ad Adnkronos, professore ordinario alla Libera università degli studi di scienze umane e tecnologiche di Malta
“Prendere i pidocchi non è affatto questione di scarsa igiene o di basso livello sociale, ma soltanto sfortuna.
Basta essere nel posto sbagliato
al momento sbagliato,
e anche la chioma più pulita non sfuggirà all’attacco”.
Una volta che le uova (lendini), si sono annidate nella cute, si schiudono dopo otto giorni.
Il periodo “migliore” (per i pidocchi) è da metà ottobre a fine.
In commercio però esistono dei prodotti ottimi per fare piazza pulita di uova e pidocchi.
Noi oggi non vogliamo indicare alcun rimedio anti-pediculosi, né chimico né naturale. D’altronde lo abbiamo fatto già diverse volte negli anni.
Piuttosto abbiamo vorremmo al contrario porre l’accento su una strategia certamente vincente: la prevenzione.
Come fare prevenzione contro la pediculosi?
Semplicissmo.
Lo abbiamo chiesto a Laura Ponticello, titolare del Centro Antipidocchi di Cernusco sul Naviglio. Una delle quattro sedi italiane dei Centri per i Pidocchi d’Italia (gli altri sono a Milano e a Roma).
Un primo consiglio ai genitori è quello di evitare che i figli si scambino i vestiti con i propri compagni.
Sciarpe, berretti, cuffie da piscina e quant’altro.
Questa è una abitudine diffusa che può sembrare innocua, ma che nasconde l’insidia della diffusione dei pidocchi.
Che dire poi dei selfie?
Avete mai pensato che avvicinare le proprie teste per un autoscatto col proprio cellulare possa essere un veicolo di diffusione di pediculosi? Ebbene si. Ed è meglio evitare quando ci sono casi conclamati di pidocchi nelle scuole.
I bimbi e i ragazzi che portano i capelli lunghi inoltre farebbero bene a raccoglierli quando sono a scuola o quando frequentano luoghi affollati.
Che poi è anche un utile consiglio di bellezza: trecce, chignon e acconciature non possono fare altro che migliorare il look di tutti.
Se si è stati segnati dalla sorte, e soprattutto dai pidocchi, è il caso di adottare alcuni accorgimenti.
In primo luogo bisogna sanificare la casa.
Passando un panno su quelle superfici che sono venute a contatto con la testa. Divani, testiere di letti, poltrone.
Lavare tutti i giorni i vestiti utilizzati almeno a 60 gradi.
Pulire tutte le spazzole e i pettini.
Ma anche accessori per la testa quali cerchietti e forcine con acqua calda e qualche goccia di disinfettante. Idem va fatto con gli altri capi d’abbigliamento come sciarpe berretti e capispalla. E in ultimo anche i poggiatesta delle auto.
E se dopo tutti questi accorgimenti vostro figlio prende i pidocchi, non preoccupatevi, continuate a seguirci che a breve vi racconteremo la nostra incursione al Centro per i Pidocchi d’Italia di Milano, dove con una tecnica assolutamente innovativa eliminano i pidocchi in una sola seduta e senza trattamenti chimici.