Ultima modifica 10 Ottobre 2019
A proposito della scuola giapponese…
Tutti ormai conoscono alla perfezione le uniformi scolastiche giapponesi. Grazie ai tanti manga, e alle loro trasposizioni animate, il mondo ha cominciato a sognare, e ad associare le uniformi scolastiche, specialmente quelle femminili, ad una serie di caratteristiche positive e immagini rassicuranti.
Credo che chiunque abbia avuto modo di crearsi una sua immagine della scuola giapponese.
Ragazzi e ragazze che studiano con impegno, che passano gran parte della loro giornata a scuola (o magari in uno dei club sportivi, magari in quello del baseball che ha accompagnato l’immaginario della mia adolescenza, e di quella di tanti altri ragazzi e ragazze).
Ragazzi carini e educati, vestiti in maniera impeccabile, e che non escono mai dai canoni della morale.
Ma come vanno le cose in realtà?
Prima di tutto bisogna fare una distinzione fra i tipi di scuola giapponese. In questo paese, come altrove, esistono scuole pubbliche e scuole private.
Normalmente, nella scuola pubblica non esiste nessuna divisa fino alle medie: certo, i bambini devono adottare un cappello, in certi casi uno zainetto o una borsa standard che è uguale per tutti. Ma nel complesso sono relativamente “liberi”.
Il tutto cambia a partire dall’inizio delle scuole medie: i ragazzi devono indossare l’uniforme, pantaloni lunghi per i maschi, gonna a pieghe per le femmine.
Di solito le divise scolastiche sono di colore blu scuro, e in certi casi possono essere nere.
La parte superiore è invece composta da una camicia bianca, un gilet o un maglione di colore blu e una giacca.
Con questa divisa i ragazzi passano tutti i giorni di scuola (ovviamente si cambiano per i momenti in cui fanno attività fisica, ma anche in questo caso l’abbigliamento è standard, uguale sia per i maschi che per le femmine).
L’uso della divisa continua anche durante gli anni delle superiori, con la stessa tipologia di capi di abbigliamento, per poi venire definitivamente archiviata per l’ingresso all’università.
Scuola pubblica: gli obblighi in fatto di divisa
Esistono situazioni particolari all’interno della scuola pubblica, che riguardano realtà locali e variano da zona a zona. Per quanto riguarda il luogo in cui viviamo, la prefettura di Nara, posso dirvi che esistono asili e scuole primarie che richiedono comunque che gli studenti indossino una divisa (quando lo racconto, normalmente, non ci crede nessuno, ma si dà il caso che la scuola elementare che frequenterà mio figlio faccia parte di questa “minoranza”).
Poi, ed è la cosa che mi sembra più dura (non posso immaginare di seguire una regola del genere durante l’inverno), senza alcuna differenza fra gli ordini scolastici, i ragazzi devono usare una divisa coi pantaloni corti fino all’inizio delle scuole medie. Certo, questo riguarda principalmente gli asili e le scuole private, ma come vi ho accennato viene esteso anche alle scuole pubbliche che impongono una divisa ai loro studenti.
Il discorso cambia quando si parla di scuole private in Giappone ogni scuola privata richiede la divisa.
E questo non cambia in ogni caso, sia che si parli della scuola superiore, o dell’asilo. Anzi, nella stragrande maggioranza dei casi, la scelta di una istruzione privata, cominciata in giovane età verrà portata avanti fino all’università (compresa). In questo paese le università più famose si possono paragonare a delle aziende, che “curano” i loro studenti dal loro ingresso nella vita scolastica fino alla laurea.
In questo caso l’uniforme scolastica segue regole molto rigide, e comprende la totalità dell’abbigliamento, dal cappello alle scarpe, passando per la borsa e le varie attrezzature scolastiche. Ovviamente, non manca il simbolo della scuola sul berretto, gli istituti più rinomati arrivano a personalizzare l’abbigliamento facendo ricamare il cognome degli studenti su alcuni capi di vestiario.
In Giappone le scuole private non rappresentano la maggioranza.
L’istruzione pubblica è organizzata e ben radicata nella realtà locale.
Non è gratuita, la giornata dello studente medio dura a lungo e richiede un bel po’ di impegno. In questo contesto, la necessità o meno di indossare una divisa scolastica passa in secondo piano e non è un aspetto che susciti particolari reazioni fra i genitori.
Cosa cambia per un genitore che iscrive i figli in una scuola privata?
Prima di tutto, la convenienza: se uno dei genitori ha studiato in una scuola privata, e i costi lo permettono, tenderà a far studiare i suoi figli nella stessa scuola. Sia per il prestigio (di solito la provenienza da una scuola privata contribuisce a formare il curriculum che verrà “speso” al momento della ricerca di lavoro), che per la praticità che deriva dal conoscere in anticipo il modo in cui la scuola agisce (sia a livello educativo che a livello disciplinare). Esiste poi un gruppo più ristretto di genitori, che iscrive i figli in una scuola privata per motivi diversi, che vanno dalla praticità pura e semplice (mio figlio frequenta un asilo privato, che si trova a pochi minuti da casa nostra), al desiderio di offrire ai figli più possibilità future. Per questi genitori, la divisa scolastica diventa quasi un simbolo, indica speranza nel futuro e prestigio, e quindi ne vanno decisamente orgogliosi.
A livello pratico, la divisa scolastica è un semplice accessorio.
Magari bisogna trattarla con cura perchè ha un costo, ma resta in ogni caso qualcosa di quotidiano a cui ci si abitua velocemente.
Una cosa che non vi ho detto, è che normalmente non è permesso utilizzare altri indumenti sopra la divisa, quindi (tornando al discorso invernale), i ragazzi devono andare a scuola indossando una semplice giacca in materiale sintetico, sopra a una camicia e ad un maglione, e se sono fortunati hanno un cappottino in sintetico da abbinare al resto della divisa. Quindi, considerando che le temperature invernali sono molto rigide, il rischio di ammalarsi per rispettare le regole non è affatto remoto.
In un primo momento l’idea della divisa scolastica giapponese non mi piaceva per niente.
La vedevo soltanto come un mezzo per limitare in qualche modo i bambini (considerate che mio figlio va all’asilo), ma ho cambiato idea durante questi due anni di asilo.
Ora la considero come un simbolo delle tante conquiste personali che mio figlio ha fatto da quando ha cominciato, e la guardo con simpatia (è piuttosto particolare) pensando che alle elementari dovrà vestirsi in modo completamente diverso. Ma per fortuna abbiamo ancora un anno di asilo, e un pò di tempo prima di cominciare a “fare sul serio”, e lo faremo con una bella divisa da paperotto!!
Mi scusi ma lei sa per caso qual è in media il prezzo delle uniformi? Io sono una studentessa delle superiori e stavo pensando di fare un scambio culturale, ma ho visto sul sito che spese come quella dell’uniforme sono a carico mio, quindi se ha qualche informazione da potermi dire grazie ancora.
I costi variano a seconda del periodo di permanenza, più si resta e più occorrerà spendere per le divise.
Poi i prezzi cambiano in base al tipo di scuola: quella pubblica spesso si appoggia a un negozio di uniformi e mantiene un prezzo medio. Le scuole private, invece, hanno costi più elevati. Alcune scuole hanno un mercatino dell’usato, magari potrebbe essere d’aiuto