Ultima modifica 15 Luglio 2019
”Buongiorno a tutti,
sono la mamma di una bambina di sei anni che quest’anno si è trovata ad affrontare l’ingresso nella scuola primaria.
Purtroppo (e dico purtroppo) sono anche insegnante e in questo mondo ci lavoro da quasi un decennio, riconoscendone vizi e virtù.
Il destino beffardo mi ha pure …”punito” in quanto il Dirigente mi ha affidato, quest’anno, una classe prima di cui sono insegnante quasi prevalente.
Perciò sono presa dall’affanno …
- le cinque vocali entro settembre/massimo prima settimana di ottobre
- le consonanti a spron battuto a seguire … m-l-r-n…
- a Natale si legge
E quindi faccio confronti … aiuto.. sono arrivata alla U mentre mia figlia è indietro.
E non legge. Mentre i miei iniziano a leggicchiare (e ne provo un’enorme emozione e orgoglio anche se non è tutta “farina del mio sacco” in quanto la scuola è iniziata davvero da una manciata di settimane) mentre la mia no.
Aiuto… avrà insegnanti valide?
Firmato: Una mamma in ansia da classe prima”
Oggi ho giocato un po’ pensando di dover scrivere anche io una mail a qualche blog o sito che parla di scuola chiedendo alcuni consigli ed alcune “istruzioni per l’uso” per i genitori che devono accompagnare l’ingresso dei figli alla scuola primaria.
In genere sono le mamme a scandagliare, soprattutto d’estate, il terreno per conoscere quante più informazioni possibili sugli insegnanti che capiteranno ai loro figli e spesso e volentieri risultano più brave di qualsiasi investigatore privato! Alcune riescono a sapere in anticipo le assegnazioni dei docenti ancora prima che il Dirigente Scolastico abbia deliberato e sono spesso in netto anticipo sui bollettini dei trasferimenti provinciali ed interprovinciali! (Scherzo, ma neanche troppo …).
Si dice che la scuola migliore per il proprio figlio è quella DEL proprio figlio, per evitare di fasciarsi la testa in congetture e calcoli che lasciano il tempo che trovano visto che poi i bambini hanno una capacità altissima di adattamento e certi problemi da “adulto” neanche li vedono, ma si sa, questo è un passaggio obbligato e la chiacchiera e la curiosità è talmente insita nell’animo umano che nel mondo della scuola trova tanto terreno fertile.
Sarà che faccio lo stesso programma e ho sotto gli occhi, tutti i giorni, i medesimi argomenti ma nel circolo ci sono caduta anche io. Anche io ho iniziato a fare confronti sul metodo di insegnamento e sul programma (aiuto che brutta parola!). Ed è iniziata la chiacchiera, il passaparola, il confronto con le altre mamme dei compagni di mia figlia, insegnanti o no, perché tanto, cosa importa, il nostro mestiere di insegnanti di scuola primaria siamo capaci a farlo tutti, anche chi in classe non ci ha mai messo piede.
Dopo qualche settimana però ho capito che magari la stessa cosa che stavo facendo io magari anche gli altri genitori la stavano facendo con me. E che bisogna dare fiducia a questi insegnanti che fanno davvero uno dei mestieri più difficili del mondo (e lo dico estraniandomi per un attimo dalla categoria professionale a cui appartengono).
Se i bambini sono sereni ed affrontano questo delicato momento di passaggio il resto del percorso è tutto in discesa.
I metodi sono tanti ed ognuno è valido. Poi è chiaro che si può far sempre meglio, tanto meglio.
Ma la fiducia fra la scuola e la famiglia è l’unico punto di partenza.