Ultima modifica 20 Aprile 2015
Ieri il mare era agitato, come succede sempre dopo due giorni di burrasca. C’era vento di tramontana che avrebbe calmato le onde di lì a poco, ma per il momento il mare era inquieto. Le onde si alternavano, più alte o più basse a seconda della direzione di provenienza, e non si frangevano in linea retta, ma arrivavano veloci da diverse direzioni per rompersi oblique sulla battigia, più alte o quasi inesistenti in un ritmo irregolare e veloce. Le bandiere erano rosse, ma i bagnanti sembravano non accorgersene e lasciavano che i loro bambini giocassero sul bagnasciuga tranquillamente. Una coppia vicino a me guardava e sorrideva: ”Finalmente” dicevano “dopo la burrasca ci possiamo fare un bel bagno”. Non si accorgevano del pericolo, vedevano solo il frangersi delle piccole onde, ignoravano le più alte e la loro diversa provenienza ed erano infastiditi dalle bandiere rosse che, a loro dire, erano assolutamente inutili con quel mare!
L’ho detto a loro, come lo dico a voi, quel mare è estremamente pericoloso anche se sapete nuotare benissimo, anche se il mare è vostro amico da sempre, se galleggiate sull’acqua, se sapete tuffarvi o fate “passeggiate” sui fondali. E’ un mare traditore perché l’onda “anomala” è sempre dietro l’angolo, vi sorprende mentre uscite dall’acqua o sostate sul bagnasciuga specie se siete seduti o intenti ai giochi come i bambini.
Il mare vi avvisa, sembra dire che si sta calmando, ma che bisogna attendere ancora un poco e le bandiere rosse sono lì a ricordarlo.
E non parlo per sentito dire poiché è capitato proprio a me e non perché mi sia tuffata in acque agitate e con bandiera rossa, assolutamente no! Il mare era tranquillo anche se non calmissimo quando, ad un tratto, le onde presero ad ingrossare e noi decidemmo di uscire dall’acqua prima che diventasse pericoloso. Ma le onde si stavano ingrossando rapidamente e una mi colse proprio nell’attimo in cui, uscendo, mi sostenevo su di un solo piede. Un attimo e mi atterrò, mi travolse e mi sentii trasportata non sapevo dove. Non ho mai avuto paura dell’acqua, anzi, nuoto bene e soprattutto galleggio e gioco da sempre con lei, e quindi non opposi una inutile resistenza ma mi arresi alla forza che mi trascinava cercando di non pensare, di non respirare e incurante dei sassi, grandi e piccoli, che trasportati con me, mi colpivano incessantemente. Vi assicuro che non provavo belle sensazioni! Dopo un tempo, che a me parve lunghissimo, mi ritrovai sulla riva, ancora circondata dall’acqua, ma non più sommersa. Tornavo a respirare. Non ero spaventata, ma stranita, attonita e vedevo arrivare onde ora basse ora imponenti…. Ero stata trascinata lontano, una quindicina di metri, da dove mi trovavo prima che l’onda mi travolgesse e vidi arrivare di corsa mio marito con un viso pallidissimo e preoccupato che mi aiutò ad alzarmi e dopo essersi assicurato che stessi bene, che non avessi subito alcuna conseguenza mi esclamò: “Che spavento ho preso! Un attimo prima eri li, vicino a me e un attimo dopo non c’eri più, eri scomparsa. Non riuscivo a capire dove l’acqua ti stesse trascinando. Non ti vedevo più!”
Qui termina il racconto della mia esperienza e come prima di essa e più di prima sono prudente, mi affido al mare, ma sto attenta ai segnali che manda e con bandiera rossa… niente bagno!
Ancora una parola, non ho avuto incubi, ma se ripenso a quegli istanti non vorrei mai che un bambino li vivesse. Fate attenzione, è questione di un attimo, il mare è una forza e noi siamo impotenti.
Nonna Lì