Ultima modifica 24 Settembre 2018
Era da tempo che volevo scrivere un articolo su questo argomento, ma poi per un motivo o per l’altro ho sempre desistito.
Inutile mentire, il via me lo hanno dato i fatti accaduti ieri sul circuito di Sepang, in Malesia.
Che io adori Valentino Rossi è un dato di fatto.
Indescrivibili le emozioni che negli anni ha saputo darmi quell’uomo correndo e poi… siamo in qualche modo ”uniti” da un momento importante nella mia vita, che sicuramente anche grazie a lui, sono riuscita a vivere in maniera serena.
17 agosto 2008.
Angelo non aveva alcuna voglia di nascere, e nonostante io volessi con tutta me stessa partorire con dolore, alla fine ho dovuto rassegnarmi al cesareo.
Una paura fottuta dell’epidurale, vedere per la prima volta mio figlio senza il marito vicino, senza provare le sensazioni del parto… ero inca@@ata come una iena e stavo vivendo quel momento male, molto male.
Il ginecologo entra in stanza alle 14.00 dicendomi” andiamo”.
E io: ”Andiamo dove? Stà per partire la MotoGp!”.
Dovevate vedere la faccia di mio marito… Alessio, il ginecologo, non ha neanche avuto la forza di replicare, mi ha semplicemente chiesto a che ora doveva tornare.
Per farla breve, Valentino vince, io ero talmente esaltata dalla sua vittoria che ho affrontato il cesareo con ancora l’adrenalina in corpo e non ho pensato a nulla fino anche non ho avuto Angelo tra le mie braccia.
Puo’ sembrarvi pura follia, ma non avete idea di quanto possa avermi aiutato vivere quei momenti poco prima.
Valentino nella vita ha dimostrato tanto, a tutti.
Non solo del suo modo di correre, di vincere, di perdere, ma anche del suo modo di essere e di vivere lo sport.
Ecco perchè io oggi non ho alcun motivo di dubitare di cio’ che ha dichiarato ieri in merito alla gara. Fino a che le prove non dimostreranno inconfutabilmente il contrario, ha tutta la mia fiducia.
Ma non è di questo che volevo parlare, cio’ che mi sta più a cuore è il fatto che ci siano persone che pensano di essere al di sopra di tutto e di tutti.
Persone convinte di essere nel giusto ostacolando una persona nel raggiungimento del suo obiettivo. E’ evidente che questo è quello che ha fatto Marquez.
Lui non poteva vincere, allora non doveva farlo nemmeno Valentino.
E’ una cosa sulla quale rifletto spesso, soprattutto ultimamente.
Perché fare del male agli altri, perché dover remare contro alle persone, perché cercare in ogni modo di ostacolarle?
Perché lasciarsi andare in interventi gratuiti sull’operato di una persona solamente perché in quel momento non è più nostra amica?
Probabilmente non era vera amicizia, magari era basata sul nulla, o ancora molto più semplicemente ad un certo punto della propria vita si è deciso che le strade dovevano dividersi. Inevitabilmente però c’è sempre chi si ritiene sedotto ed abbandonato, e quindi in dovere di poter spargere ogni tipo di chiacchera contro il suo ”non più amico”.
Ma perché?
Sono curiosa di capire se cio’ ci fa stare meglio.
Non posso vincere io, allora non devi vincere nemmeno tu, perché ho deciso così.
Questa cosa la faccio io, e se per caso non ci riesco faccio di tutto in modo che non possa farla nemmeno tu. O peggio ancora… Sei brava, allora ti sto vicino così ti affondo, o non ti faccio crescere… perché altrimenti potresti superarmi.
Perché arrogarsi di questo diritto?
Un po’ come il voler vincere, ad ogni costo, al di la del proprio merito.
Ma di questo merita un articolo a parte…
Crediti Foto: sito.