Ultima modifica 20 Giugno 2019
Tempo di primavera, tempo di gite scolastiche.
Quest’anno, più di sempre, durante il ritiro delle autorizzazioni e dei soldi per il pagamento della caparra ho notato una progressiva diminuizione degli alunni che non partecipano per motivi economici.
La crisi economica ha colpito un po’ tutte le famiglie e mandare un figlio alla gita rappresenta un costo che spesso e volentieri è necessario, a malincuore, tagliare.
Anche se parliamo di gite della scuola primaria di al massimo un giorno e dal costo relativamente contenuto, raggiunge quasi un terzo della classe il numero dei bambini (italiani e non) che scelgono, loro malgrado, di non partecipare, almeno questo è quello che avviene nella mia realtà che non è neanche tra le più disagiate.
Quando li vedo con i loro occhi un po’ tristi consegnarmi il foglietto dell’autorizzazione in cui c’è scritto “No” e immagino i discorsi che avranno sentito a casa sulla gita percepita come un “costo”, mi si stringe il cuore e mi chiedo: ma hanno ancora un senso le gite scolastiche?
E’ chiaro che le gite sono un eccezionale momento formativo in cui si fa esperienza di quello che viene imparato dai libri, specialmente se la destinazione è azzeccata e coerente con il programma scolastico.
Durante la gita scolastica, inoltre, il bambino mette alla prova anche la propria autonomia e controllo di sé: bisogna osservare le regole degli insegnanti, seguire il gruppo, mangiare ed andare in bagno ad orari precisi per tutti, condividere gli spazi stretti del pulmann per tutta la durata del viaggio, ecc.
Non sempre è facile rompere le proprie abitudini e la propria organizzazione, specialmente se la gita si prolunga al di fuori dall’orario scolastico, ma di certo l’autonomia personale ne uscirà rafforzata.
Anche le relazioni con i compagni possono modificarsi: durante le gite scolastiche le dinamiche cambiano, magari qualche amicizia può uscirne rafforzata o consolidata oppure possono nascerne delle nuove. La possibilità di entrare in contatto con tutti di sicuro spezza la routine del gruppo aula che spesso costringe a frequentare i propri compagni di banco o giù di lì.
Anche gli stessi insegnanti sono più simpatici e rilassati, nonostante l’impegno gravoso di sorveglianza: questo non significa perdere autorevolezza agli occhi degli alunni,ma mostrare anche un lato umano che spesso viene dimenticato.
I vantaggi di una gita scolastica sono molti ma se ci sono problemi economici purtroppo c’è ben poco da fare.
Cosa deve scegliere la scuola, allora?
Eliminare del tutto le gite scolastiche?
Ma così si perderebbero tanti riscontri positivi nei bambini e le sole attività in aula non sono sufficienti.
Di contro discriminare chi non può venire è davvero doloroso.
Probabilmente una soluzione univoca non c’è ma personalmente penso che come insegnanti dovremmo ritornare all’antico e scegliere degli itinerari vicini e poco costosi, magari di una sola mattinata.
Una bella gita in treno dal solo costo del biglietto a vedere un paesino che magari tutti hanno già visto ma che con i compagni acquista un sapore diverso potrebbe essere una valida alternativa.
Ritornare all’antico, mostrare ai bambini tante cose che diamo per scontato ma che non conoscono potrebbe essere una seconda soluzione: come si fa l’olio, la vendemmia, le attività legate alle stagioni… ma anche la produzione industriale di alcune aziende locali…non bisognerebbe andare troppo lontano!
Talvolta pensiamo che i bambini non siano interessati, ma così non è: probabilmente sono poco abituati all’osservazione delle piccole cose e spesso siamo noi per primi a dargli poco valore. In questo modo tutti elimineremmo la brutta discriminazione dei bambini che questa crisi economica ha portato anche nelle classi dei nostri figli!
Molte volte poi, il costo delle gite è esageratamente gonfiato… il dubbio che ci sia un motivo di far circolare soldi nella scuola con questo pretesto viene, eccome se viene!
Io sono decisamente contraria alle gite scolastiche. Non tutti i ragazzi hanno piacere di partecipare,a volteper motivi economici, a volte anche per motivi di salute o altre motivazioni personali. Quando si partecipa alle gite spesso si è costretti a subire scherzi, bravate, a “stare nel gruppo a fare casino” , droga e fumo molto piu’ facili… Inoltre ci si deve adeguare a ritmi che non sono spesso adatti per tutti i ragazzi. Chi non partecipa viene deriso o discriminato creando inutili ansie. La scuola ha già tanti problemi ad esempio i fabbricati che cadono letteralmente a pezzi! Le gite lasciamole fuori dall’obbligo e dal periodo scolastico. Se proprio si ritiene utile si potrebbero fare nel periodo estivo facoltativamente.