Ultima modifica 20 Aprile 2015
Chi ha staccato la spina al governo tecnico?
Nessuno se non lo stesso Monti, che ha rassegnato le proprie irrevocabili dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica, senza mai essere stato sfiduciato dalle Camere, che hanno sempre votato tutto, anche obtorto collo, anche modificando più o meno notevolmente i decreti governativi, ma avendo sempre votato la fiducia, quando richiesta.
Non è che tutti, a destra o a sinistra, si fossero sempre dichiarati in accordo con le disposizioni del governo, con le sue proposte, con i suoi decreti, anzi, tutti ne avevano criticate parti più o meno essenziali, e tutti, centro escluso, si erano pubblicamente riproposti di modificarne gli effetti proponendo nuove norme, promulgando nuove leggi. Ma Monti li ha presi in contropiede, rassegnando le dimissioni. Più volte aveva criticato le lobbies e lo stesso parlamento che nella strenua difesa dei propri interessi, nella farraginosità delle proprie procedure gli avevano impedito il varo di norme più incisive.
Ma non era il refrain dello stesso Berlusconi? Non era lui che dava la colpa alla sua variegata maggioranza, anche se vasta, dell’impossibilità di varare le riforme, incisive e necessarie, per un sicuro cammino italiano? E non era per questo che era stato chiamato? Perché un governo composto da tecnici che non avessero bisogno del consenso politico, che non ricercassero, nella stesura di leggi, l’approvazione di questa o di quella lobbies? Un governo di tecnici, non alla ricerca di voti, che potesse realizzare finalmente le tanto auspicate riforme? Ma Monti, e il suo governo, non è stato l’uomo della provvidenza, lo ha riconosciuto lui stesso, anche se è convinto di aver operato bene. Dice di aver riportato l’Italia all’onor del mondo, di averla resa credibile e stabile, anche se, riconosce, resta molto da fare.
Ma allora perché è stato solo dopo la presa di posizione di Mario Draghi che lo spread ha iniziato la sua discesa, perché dopo la ridiscesa in campo di Berlusconi non ha subito una nuova impennata? Perché nessuno, o pochissimi, hanno stigmatizzato il comportamento indeciso dello stesso Monti, il suo dire e non dire, il suo fare e non fare, i suo tentennamenti e, finalmente, la sua decisione di salire in politica ma non si sa ancora bene come, anche se ormai è, forse, assodato che …. Lui non si candida, non si sottopone al voto popolare, non vuole lasciare la poltrona ( e la retribuzione) di senatore a vita, candida la sua agenda, il suo programma, con una lista unica al Senato (per paura di non raggiungere il quorum) e tante listarelle alla Camera ( dove pensa sia più facile raggiungere il 4%).
Ha assunto Bondi per il controllo dei nomi nelle liste (quali?), ma altri rivendicano le loro prerogative, qualcuno si dissocia (Passera), qualcuno si aggiunge in corsa, qualcun altro si aggiungerà, lui ha dettato il programma e lascia ad altri i contorni. E se nessuno raggiungesse la maggioranza? Chi governerebbe questo nostro povero paese? Forse PD e la ‘cosa’ potrebbero allearsi, ma Vendola accetterebbe? E in caso contrario? Con buona pace di Berlusconi non credo proprio che riesca a raccogliere, da solo, un consenso che gli permetterebbe di governare e la Lega attuale, dopo i noti fatti, non si può permettere di scontentare i suoi elettori con un’alleanza che non desiderano.
Grillo ha sollevato più di una perplessità anche tra i suoi, gli arancioni? Riusciranno, forse, ad assicurarsi qualche seggio alla Camera, ma al Senato? Bersani, forte del suo successo nei sondaggi, afferma la sua disponibilità al dialogo, ma non certo su di un piano di parità, ne intende fare il primo passo, anzi, se ci sarà pareggio si tornerà al voto.
Proprio come in Grecia. Pensate davvero che non siamo immersi nel CAOS?