Ultima modifica 20 Aprile 2015
Sento spesso ripetere abbiamo privato i giovani del diritto di sognare.
Che i loro nonni prima ed i loro genitori poi, hanno sperperato le risorse, non hanno saputo stare al passo con i tempi ed in un parossismo di egoismo hanno goduto senza pensare al domani.
Ma è vero? Oppure siamo semplicemente stati sopraffatti dalla velocità dei cambiamenti, dell’evolversi turbinoso del progresso, dell’acquisito benessere, dell’affermarsi del welfare, e abbiamo stupidamente pensato che le risorse del pianeta non avessero mai fine, anzi che sarebbero aumentate e che ci avrebbero permesso di guardare con tranquillità al futuro. Abbiamo pensato che il miglioramento delle condizioni di vita del così detto “terzo mondo” avrebbero portato un consequenziale aumento della domanda di beni e servizi del quale avremmo tutti beneficiato.
Non è stato così, non è così.
Nei paesi in via di sviluppo hanno aperto fabbriche, hanno copiato tecnologie, hanno imparato a produrre e a costi nettamente inferiori ai nostri, per i tanti motivi che tutti conosciamo, e il nostro mondo si è impoverito, non solo non esportiamo, ma importiamo le merci più diverse.
Non solo, come è successo da sempre nei paesi così detti “ricchi”, gli italiani non vogliono più fare i lavori umili, indispensabili, ma non soddisfacenti e non solo dal punto di vista economico.
In un mondo dove l’apparire vale più dell’essere, dove il diritto ha cancellato il dovere, dove, specie tra i giovani, l’imperativo è divertirsi, chi vuole più sprecare domeniche e notti ad impastare il pane o, più genericamente, a lavorare con le mani? E così sono scomparsi, o stanno scomparendo, gli artigiani.
Non si ripara più nulla, se non le automobili, e si butta via tutto, si spreca molto, siamo così sommersi dall’immondizia.
Ma i giovani “devono” sognare, hanno il “diritto di sognare”, vogliono volare alto, cercano l’appagamento formale, non sempre dettato da un vero interesse, ma dal desiderio di “apparire”.
E non tengono i piedi per terra, non si guardano in giro, non cercano di “imparare un mestiere”, non tutti per fortuna, si demoralizzano e finiscono per “vegetare”.
Con i soldi di mamma e papà, o con quelli dei nonni, passano le serate al pub, in discoteca, vivacchiano spesso ubriachi o drogati.
Chi ha tolto a chi i sogni?
Ad Albissola Marina hanno, da tempo, eretto una statua alla figulinaia, che è la rappresentazione delle casalinghe di una volta che, per raggranellare qualche soldino, andavano per le, tante allora, botteghe di ceramica, a raschiare, pulendoli, i torni e con quei resti di ceramica forgiavano semplici statuette del presepe che vendevano nei mercati di natale, per dare il loro aiuto per sbarcare il lunario.
C’è mai stato qualcuno che si sia interessato ai loro sogni? forse anche loro li avevano, ma si sono piegate alla realtà
Ma sento i commenti! Ma via…siamo nel 2012…
Abbiamo dei diritti, dovete pensarci voi a realizzare le condizioni affinché noi possiamo trasformare il sogno in realtà!
Ho sentito questo assioma in tv dalla bocca di un giovane. A lui i diritti, a noi i doveri!
Qui sta il problema.
Purtroppo i nostri governanti, i nostri politici, i professori, gli uomini di cultura continuano a dire, a predicare, a proclamare che i giovani hanno diritto ai sogni e che nessuno glieli deve togliere, che si devono creare le condizioni adatte…
Peccato che loro, quelli che avevano il potere, abbiano fatto di tutto per mal governare, per distruggere il nostro mondo e, anche ora, non si rendono conto, non se e assumono la colpa, non fano nulla per cambiare lo stato delle cose, si limitano a proclami che lasciano il tempo che trovano.
Qualche promessa, viene ventilata, qualche proposito… ma finora sono parole…parole…parole… solo e sempre parole…
Nonna Lì