Ultima modifica 27 Agosto 2020

Ne ho viste di brutte pubblicità diseducative, irriverenti, volgari.
Un denominatore comune però ce l’avevano quasi tutte: lo scopo finale, la vendita.

Invece c’è un promo che inizierete a vedere in questi giorni che probabilmente è per menti sopraffine, non per la mia, perché non l’ho capito.

Tre mamme incinte sono in una sala d’aspetto, probabilmente da un ginecologo.
Una di loro ascolta una canzone con gli auricolari.
Ad un certo punto la telecamera oltrepassa i loro pancioni e vengono ripresi i tre feti già in avanzato stato di sviluppo, direi “completo”, che canticchiano “non ho l’età”, canzone vincitrice di Sanremo nel 1964 interpretata da Gigliola Cinquetti.

Sul finale del promo la voce di Carlo Conti ” tutti cantano Sanremo”.

Il festival è uno degli eventi più rappresentativi del nostro paese dal 1951.
Ha sempre avuto un forte impatto mediatico sul pubblico Italiano e non solo, perché viene trasmesso in eurovisione anche all’estero.
Possiamo affermare con convinzione che il festival di Sanremo fino a qualche anno fa era un evento davvero molto atteso dagli Italiani. Da bambina ricordo che ci si organizzava con nonne e zie per vederlo insieme, commentare i brani e vedere gli abiti delle splendide conduttrici.

Purtroppo noto con rammarico che una così bella manifestazione negli ultimi anni risente di una rilevante caduta di stile che “stona” con quella che dovrebbe essere una serata elegante e celebrativa non solo della musica leggera ma anche della nostra Italia.

spot_sanremo_2017

Le vallette sono stupende ma un po’ volgarotte.
Indossano abiti certamente particolari ma poco eleganti.
Le canzoni non lasciano più un segno così longevo negli anni a venire.
I comici messi lì a riempire i momenti lenti della serata non fanno poi così tanto ridere.
Insomma… io gli ultimi Festival li ho trovati un po’ pesantucci e lenti.

Quest’anno la kermesse esordisce con questo spot che mi lascia decisamente basita e attonita.
Non ne capisco il significato e non mi spiego le capacità mediatiche dei pubblicitari che lo hanno idealizzato.

La Rai rappresenta noi Italiani, ne siamo tutti “soci” sostenitori considerato che o paghiamo il canone o ci segano le gambe. Quindi permettetemi di alterarmi.

Vorrei un po’ più di “signorilità” per questa manifestazione, più eleganza, meno burattini strapagati.
Inutile arrabbiarsi se all’estero l’italiano è ” spaghetti – mandolino – pizza – mafia “.
Alziamo un po’ il target e magari potremmo essere associati a parole come Arte, Musica, letteratura…nel blu dipinto di blu.

® Riproduzione Riservata

Elisa, mamma, piemontese, politically correct, mi piace scoprire il "vero" di ogni cosa. Ho vissuto in Spagna, lavorato anche all'estero, ma ora faccio la mamma e sono nella "cumpa" delle new mums

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