Ultima modifica 28 Giugno 2019
A cura di: Ufficio Stampa Sorgente
Il seguente articolo ha l’obiettivo di chiarire l’importanza della conservazione delle cellule staminali cordonali sulla base dei dati scientifici disponibili, distinguendola nettamente dal “metodo Stamina” e dalle controversie legate alla sua applicazione. Le cellule staminali cordonali sono universalmente riconosciute come un patrimonio da salvaguardare e sono impiegate in tutto il mondo sulla base di accurati dati scientifici e controlli medici scrupolosi.
Lo psicologo Davide Vannoni è l’ideatore del “metodo Stamina”, attorno a cui si sono sollevate molte discussioni. Questa terapia prevede l’infusione di cellule neuronali, ottenute tramite manipolazione in laboratorio di staminali adulte, e viene applicata a pazienti affetti da malattie neurologiche. Si presentano, tuttavia, una serie di problematiche legate ad aspetti scientifici e legali attorno al “metodo Stamina”, che non coinvolgono, invece, i trattamenti medici che avvengono a livello internazionale da venticinque anni con staminali cordonali.
Aspetti scientifici
Oltre trentamila trapianti sono stati eseguiti con le cellule staminali del cordone ombelicale, sulla base di numerose sperimentazioni e studi scientifici scrupolosi, riconosciuti da centinaia di pubblicazioni a firma di ricercatori autorevoli.
Il trattamento con “metodo Stamina”, al contrario, è arrivato a essere applicato sull’uomo molto velocemente, senza rendere disponibili pubblicazioni scientifiche, che ne avvalorino l’efficacia terapeutica. La procedura stessa del “metodo Stamina” sembra, inoltre, presentare carenze e gravi omissioni.
In considerazione degli aspetti scientifici noti, i trapianti con cellule staminali cordonali sono riconosciuti dalla comunità scientifica come un’opzione terapeutica utile per molte patologie, al contrario del “metodo Stamina” che, sulla base dei dati finora disponibili, non può essere considerato efficace o sicuro.
Aspetti legali
In Italia, il Ministero della Salute ritiene che il trapianto di cellule staminali del cordone sia un’opzione terapeutica efficace per il trattamento di oltre ottanta patologie e l’utilità di questi trattamenti è riconosciuta e autorizzata anche in tutto il mondo. L’unione europea ha sancito il diritto alla conservazione privata delle staminali cordonali, con l’obiettivo di garantire alle famiglie una maggiore possibilità di scelta. In Italia, questa direttiva è stata recepita, garantendo l’autorizzazione alla conservazione privata e all’esportazione verso biobanche situate all’estero dei campioni di sangue del cordone.
Il “metodo Stamina” si trova, invece, in una situazione diversa: attualmente è in corso un’indagine per somministrazione di farmaci potenzialmente pericolosi, esercizio abusivo della professione medica e tentata truffa a carico di Davide Vannoni. Inoltre, l’associazione onlus da lui fondata è stata cancellata dall’anagrafe delle associazioni onlus: le motivazioni sono state ricondotte alla mancanza di personalità giuridica, violazione delle norme per ottenere i requisiti e carenze nello statuto. A oggi, per poter usufruire del trattamento con “metodo Stamina”, è necessario ottenere l’autorizzazione da parte di un giudice.
Confrontando i dati fin qui riportati, emerge che i trattamenti con “metodo Stamina” e le infusioni di cellule staminali cordonali a scopo terapeutico sono due argomenti totalmente distinti, senza alcun punto di contatto. È quindi necessario riconoscere che i traguardi che questo campo della medicina può raggiungere sono importanti e che non si dovrebbe discriminare l’intero settore a causa delle controversie legate a un singolo metodo.
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