Ultima modifica 19 Marzo 2019
Mai come oggi, dall’ennesimo confronto e con-divisione con le mamme, è emerso quante volte facciamo fatica a “dosare” strategicamente le nostre energie quotidiane. Arrivando a trascinare bradipamente le ultime riserve, per fine giornata. Tutto questo con una stanchezza crescente.
Tutto questo a discapito di un equilibrio psicofisico, spesso minato dai “devo” e poco nutrito dai “voglio”.
In fondo, basta poco per fare time out: serve un buon ascolto di se stesse, un riconoscimento dei propri limiti, un costante monitoraggio delle proprie riserve energetiche e un assertivo “sono stanca”.
Non molto tempo fa leggevo un post su facebook su come una mamma come tante di noi aveva cercato rimedio alla stanchezza.
Arruolando la restante parte di famiglia negli ingrati compiti che la routine quotidiana richiedeva. Cercando di condividere con tutti le incombenze domestiche.
Più o meno Constance, l’autrice del post, rivendicava il diritto di essere aiutata in casa anche in assenza di specifiche sue richieste agli altri componenti della famiglia.
Quasi utopistico direi. Ma quando la stanchezza è davvero tanta, Noi mamme possiamo fare time out?
Possiamo decidere di legittimarci un momento di “fisiologica” stanchezza, chiedendo aiuto ai componenti della nostra famiglia?
O ancor di più, possiamo pensare, come diceva Constance nel suo post “non è compito mio chiedere aiuto, non è compito mio scrivere delle liste di cose da fare”?
Lo so, lo so, non sempre è facile ascoltarsi nei bisogni, ma oggi desidero provocarvi e provocarmi.
Mi chiedo come possiamo pensare di ascoltare e accogliere i nostri figli, se non riusciamo a dedicare a noi stesse un tempo di ascolto, per sospenderci dalla doverizzazione.
Domanda semplice a cui è bene rispondere, lasciando scorrere i pensieri “emotivi”.
E riconoscendo per noi dei “tonificanti” momenti di pausa.
E tutto il resto si “accomoda”, si fa spazio, dando il giusto valore ai segnali del nostro corpo e della nostra psiche.
Perché le mamme si sa, possono anche sentirsi stanche.
risposta sincera? Ma anche no.
Condivido! Il piacere di ammettersi “stanca” va a braccetto con consapevolezza di esser imperfette. E grazie -al – cielo, che così ci teniamo la possibilità di migliorarci sempre e godiamo la libertà di volerci bene, in pace con noi stesse e col mondo!