Ultima modifica 29 Settembre 2016


Restare fedeli alla propria capacità riproduttiva, parlarne sempre in termini positivi mostrando orgoglio, sembra essere più una tendenza maschile che femminile. Può darsi che io sbagli, ma in tutta la mia esperienza ho ascoltato molte donne che hanno ammesso la propria infertilità/ sterilità, la fine della propria capacità ovarica o la cattiva qualità e mai nessun uomo che abbia fatto invece outing sulla mancanza di spermatozoi o sulla loro lentezza o cose di questo genere.

Credo, invece, che gli farebbe un gran bene e forse gli restituirebbe un po’ di quella virilità che pensa offesa. Perché, proprio come per una donna diversamente fertile la femminilità non passa per la pancia, la capacità di essere un uomo, non passa per il pene.

I dati raccolti dal Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita ci dicono che l’infertilità maschile è del 35,4%, mentre quella femminile del  35,5%, entrambe del 15%, l’idiopatica del 13,2% e restano del 1% le infertilità di altro tipo.

A fronte quindi di questa stima, piuttosto alta, sono andata a guardare le possibili cause dell’infertilità maschile. Poiché a monte ci sono cause strettamente mediche, riporto in virgolettato il testo, sperando che sia di aiuto, insieme a dei consigli pratici.

“Anche la fertilità maschile ha subito una significativa riduzione. Secondo molti studi, la percentuale di milioni di spermatozoi per millilitro si sarebbe quasi dimezzata negli ultimi 50 anni. Per questo motivo circa il 35% dei casi di infertilità ha una causa maschile. L’infertilità maschile riconosce sicuramente una grossa componente sociale. Su di essa, infatti, oltre alle condizioni soggettive, chiaramente patologiche, sembrano influire anche le condizioni ambientali e lo stile di vita (incluso lo stress). Giungere a conclusioni certe è però più difficile di quanto sembri. I fattori da valutare sono molti ed eterogenei ed esiste una grande variabilità nella conta degli spermatozoi (non solo da individuo ad individuo ma anche da eiaculato ad eiaculato), nella loro morfologia e nella loro capacità di movimento (motilità). Tra l’altro, la stessa conta spermatica non è un indice dimostrato di fertilità, in quanto non esiste una correlazione certa tra numero di spermatozoi e fertilità, tranne nei casi di grave oligozoospermia (riduzione del numero di spermatozoi nel liquido seminale) o azoospermia (assenza di spermatozoi nel liquido seminale). Abbiamo, invece, maggiori evidenze riguardo a specifici fattori di rischio. Alcune condizioni lavorative che esponogono a radiazioni, a sostanze tossiche o a microtraumi, aumentano il rischio di infertilità. Anche l’esposizione agli inquinanti prodotti dal traffico urbano agisce negativamente. Il fumo di sigaretta nuoce agli spermatozoi: i fumatori spesso hanno più spermatozoi con morfologia anormale. Lo stesso stile di vita, se eccessivamente stressante, riduce la fertilità.

Cause che hanno una rilevanza strettamente medica, sono invece tutte le patologie in grado di alterare la struttura e la funzione del testicolo o del pene (come, ad esempio, criptorchidismo, ipospadia, varicocele, patologie purtroppo in aumento). Il tumore al testicolo, in particolare, è sia un fattore di rischio in se stesso che in conseguenza del trattamento chemioterapico o radioterapico utilizzato (solo il 40% recupera la funzione riproduttiva). Per ovviare alle difficoltà riproduttive cui vanno incontro gli uomini che devono sottoporsi ad una cura per il tumore al testicolo, è possibile raccogliere e crioconservare gli spermatozoi prima di interventi o terapie a rischio. Infine, un fattore noto, sebbene non sempre determinante d’infertilità maschile, è il varicocele (ingrossamento della vena del testicolo). Sono presenti anche fattori genetici. Ad esempio, si è ipotizzato che un’alterazione sul braccio lungo del cromosoma Y porti ad un aumentato rischio di oligozoospermia.

Non fumare
Il fumo danneggia gli spermatozoi. Gli spermatozoi prodotti sono di meno e soprattutto sono meno vitali e tra di essi aumenta la percentuale di spermatozoi con anomalie genetiche. La cattiva qualità degli spermatozoi porta ad una riduzione dei concepimenti e ad un aumento del numero di aborti spontanei. Quante più sigarette si fumano, tanto più diminuiscono gli spermatozoi (nei forti fumatori il calo è del 22%) e cresce il rischio di danni al DNA. Il fumo sembra incidere anche sulla capacità fecondativa in sé dello spermatozoo: questo spiegherebbe la scarsa fertilità riscontrata in fumatori che pure hanno per altri versi un liquido seminale normale, cioè con valori che, se pure diminuiti, restano nei limiti della media. Quest’ultimo dato però è particolarmente difficile da valutare in modo oggettivo. In ogni caso, smettere di fumare non può che avere effetti positivi sulla fertilità, sia in considerazione delle numerosissime conseguenze negative che ha sulla salute, sia perché espone la donna al fumo passivo, sia, infine, per le possibili alterazioni spermatiche. Per le coppie che già hanno difficoltà procreative, il fumo rappresenta un ulteriore ostacolo al successo riproduttivo.

Attenzione alle infezioni
Le infezioni da virus o batteri possono causare alterazioni di importanti organi dell’apparato genitale maschile come l’uretra, l’epididimo, il didimo e la prostata. Possono provocare inoltre stenosi, fino all’ostruzione, dei dotti che portano il liquido seminale dall’epididimo al pene (dotti deferenti) il che ne ostacola la fuoriuscita o, in caso di alterazione secretiva, la riduzione dello sperma prodotto (oligospermia). Le conseguenze sulla fertilità maschile sono evidenti: basti pensare che il test per la ricerca della Chlamydia è risultato positivo nel 50% dei maschi infertili. La Chlamydia in particolare può provocare alterazioni nella testa degli spermatozoi e può ridurre la reazione acrosomiale (reazione chimica della testa dello spermatozoo -acrosoma- con la membrana che protegge l’uovo e che ne consente la penetrazione). Poiché il batterio si “attacca” alla testa degli spermatozoi è stato anche ipotizzato che possa indurre l’organismo a produrre auto-anticorpi antispermatozoi. Da non trascurare, inoltre, il fatto che le infezioni delle vie genitali possono diventare una specie di “serbatoio naturale” di germi che possono essere ripetutamente trasmessi al/alla partner trasferendo l’infezione. Infine, le infezioni possono causare complicazioni nelle procedure di procreazione medicalmente assistita (in particolare nella FIVET).

Non bere
L’alcol danneggia sia la produzione che la qualità degli spermatozoi. Sono stati osservati danni al liquido seminale sia per quanto riguarda la concentrazione che la loro motilità, vitalità e struttura, con un aumento di danni irreversibili alla coda e una riduzione della capacità di fecondazione. Studi condotti su alcolisti non cirrotici -che quindi hanno un organismo, per altri versi, sano- hanno dimostrato che nel 45% dei casi si verifica una riduzione del numero di spermatozoi, in un altro 45% si notano anomalie morfologiche (spermatozoi che hanno atipie morfologiche), e complessivamente il 50% ha problemi di motilità (spermatozoi che non si muovono). Spesso, chi beve fuma anche e questo non fa che peggiorare il risultato: anzi, molti ricercatori ritengono che i due fattori si potenzino a vicenda nel causare l’infertilità. Bere, infine, può causare impotenza, alterazione delle caratteristiche sessuali secondarie e calo della libido (riduzione di barba e peli, aumento del seno, distribuzione del tessuto adiposo sulle anche). Smettere di bere, se non ci sono danni agli organi, fa recuperare la fertilità e preserva l’attività sessuale.

Non doparti (steroidi anabolizzanti)
Gli steroidi anabolizzanti sono derivati sintetici del testosterone, modificati al fine di stimolare la produzione di proteine per aumentare la forza e la massa muscolare. Per ottenere questi risultati è necessario però doparsi in modo sistematico ma gli anabolizzanti, se usati ad alte dosi e per molto tempo, hanno effetti collaterali gravi sia di tipo organico che psichico. Infatti, a causa degli alti livelli di testosterone nel sangue dovuti all’assunzione, si blocca la produzione endogena dell’ormone maschile. Vi può inoltre essere un’alterazione dei caratteri sessuali secondari quali cambio della voce, crescita del seno, atrofia dei testicoli, scarsa attività delle ghiandole sessuali. Chi usa troppi steroidi anabolizzanti, infine, può diventare molto aggressivo o addirittura violento, o al contrario depresso e apatico e sviluppare una vera e propria dipendenza dal farmaco. Oppure può incorrere nel rischio di infarto e di ictus e di altre malattie di tipo cardiocircolatorio o tumorale. Negli adolescenti l’uso di steroidi anabolizzanti in dosi significative può causare arresto della crescita corporea, dovuta ad una chiusura prematura delle cartilagini epiteliali. Mentre il danno alla fertilità e alla salute è certo, non è ancora affatto dimostrato che doparsi serva a molto per migliorare l’aspetto fisico: non correre rischi inutili!

Attenzione al caldo
Gli spermatozoi sono molto sensibili al caldo: è per questo che i testicoli sono posti al di fuori del corpo. Spesso però le condizioni lavorative e di vita espongono lo scroto (la “borsa” in cui sono contenuti i testicoli) a temperature che, anche se apparentemente non alte, sono sufficienti -basta un grado in più- a danneggiare gli spermatozoi, soprattutto se protratte per un lungo periodo (si pensi ad esempio ai lavori che comportano lo stare seduti per molte ore al giorno, come nel caso dei tassisti e dei camionisti). Del resto il varicocele (dilatazione delle vene che circondano il testicolo per un reflusso emodinamico) che è considerato una delle cause più diffuse anche se controverse, di infertilità maschile, viene da alcuni associato proprio ad un aumento della temperatura del testicolo. Gli effetti sono soprattutto a carico della concentrazione e della quantità complessiva di spermatozoi nel liquido seminale, con scarsa o nulla incidenza su altri valori. Se, invece, sussiste una costante esposizione ad alte temperature come nel caso dei tintori, dei cuochi, di chi lavora negli alti forni, si è osservato un arresto parziale o completo della spermatogenesi (produzione di spermatozoi) e il rischio di un aumento del numero di spermatozoi anomali e con scarsa motilità. Per fortuna, nella maggior parte dei casi, non si tratta di un danno permanente. Però, se stai pensando di avere un figlio, controlla se l’esposizione al caldo sta creando un problema alla tua fertilità.

Conserva il seme se devi curarti con radiazioni e/o farmaci antitumorali
Spesso per curare un tumore è necessario ricorrere a terapie che comportano, nella stragrande maggioranza dei casi, sterilità, a volte temporanea a volte definitiva. Naturalmente molto dipende dal tipo di terapia utilizzata, dalla sua durata e dall’effetto combinato di farmaci o dei trattamenti. Occorre valutare le conseguenze caso per caso. Tuttavia è ormai noto che molti farmaci utilizzati in oncologia contengono sostanze particolarmente tossiche per le gonadi (tanto da indurre i ricercatori a cercarne di nuovi meno tossici). Inoltre, purtroppo, le cellule germinali dell’uomo sono particolarmente sensibili alle radiazioni ionizzanti (usati nella radioterapia) già ad un livello di esposizione molto inferiore a quello necessario per il trattamento di alcuni tumori. Il danno può essere contenuto se i testicoli vengono schermati con il piombo, tuttavia, in alcuni casi, l’irradiazione riguarda tutta la zona pelvica, testicolo incluso. Ad esempio, per curare alcune leucemie è necessaria una irradiazione testicolare diretta da 30 o 40 gy -unità di misura delle radiazioni- che distrugge le cellule di Leydig, con un calo irreversibile della produzione di testosterone e quindi degli spermatozoi. La combinazione di chemioterapia e radioterapia, come è facilmente intuibile, ha effetti molto gravi sulla spermatogenesi. Infine, le radiazioni ionizzanti modificano il DNA degli spermatozoi: alcuni danni possono essere riparati mentre l’esposizione è ancora in corso, ma se la dose è troppo alta i meccanismi di riparazione sono insufficienti. Un’alterazione genetica degli spermatozoi comporta, in caso di concepimento, abortività, morti in utero, malformazioni congenite o malattie genetiche, oppure, se la mutazione ha colpito un gene “recessivo”, difetti che vengono trasmessi alla prole e spesso si manifestano dopo alcune generazioni. Prima di esporsi ad una terapia che mette a rischio la fertilità è prudente raccogliere e conservare il seme: è un modo semplice e sicuro di preservare la tua fertilità e proteggere la salute dei tuoi figli.

Raffaella Clementi

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