Ultima modifica 20 Giugno 2019
Vorrei partire da qui, dalla “Lettera ad uno studente bullo” scritta nel blog di MenteCritica.
Il fatto ormai è conosciutissimo, più di centomila condivisioni su fb prima che il video fosse rimosso e dato in mano alla polizia postale per tutti gli accertamenti.
Due studentesse 15nni al centro del caso: la bulla di turno che picchia la sua vittima indifesa, che cerca aiuto dai presenti. Poi ci sono appunto loro gli altri quelli che filmano, incitano, ridono e scaricano tutto su youtube (cyberbullyng)
Certo è grazie al video postato che si è venuti a conoscenza del fatto, che ahimé non è un caso isolato.
Qualche anno fa quando figlia n.1 era ancora al liceo, tornò un giorno dopo scuola sconvolta: un “branco’ di ragazze avevano aggredito una sua amica, sempre per questioni di ex fidanzati, e lei, che provò a difenderla. Calci, tirate di capelli….il tutto fuori dalla scuola naturalmente.
Per qualche giorno l’abbiamo accompagnata e ripresa. La fortuna ha voluto che quell’episodio fosse singolo e il tutto è scemato senza nessuna conseguenza.
Abbiamo provato a farle tirar fuori i nomi, a farle prendere coscienza della gravità del fatto e che questo doveva essere denunciato, ma l’omertà, data dalla paura, da un certo codice d’onore (che orrore di parola!) che comunque regola questi ragazzi, ha avuto la meglio e noi genitori ci siamo dovuti ‘arrangiare’ vigilando a uomo per qualche tempo.
Un altro episodio simile accadde a figlio 2. In estate ad un luna park il suo gruppo di amici ebbe la malsana idea di commentare con una battuta tipo – ma sei pazzo a fare sta cosa! – la prodezza di un ragazzo sul motorino che si aggirava, pericolosamente tra la folla di ragazzini, su due ruote.
Risultato un suo amico in ospedale con il naso rotto!
Anche qui la paura ha avuto il sopravvento e nonostante sapessero benissimo nome e cognome degli aggressori nessuno di loro ha avuto il coraggio di nominarli, neanche davanti alle pressioni delle forze dell’ordine interpellate.
Parlando di quanto accaduto negli ultimi giorni con i miei figli, il terzogenito diciassettenne, mi conferma che episodi del genere accadono molto più spesso di quello che si pensi. Quello che mi sconvolge è la facilità con cui lui stesso ne parla, come se fosse tutto nella ‘norma’.
Mi domando ma il senso di giustizia, di correttezza, di rispetto, di convivenza civile, di educazione, di libertà di opinione, di solidarietà verso il debole, dove sono andati a nascondersi?
Non mi resta che ritornare alla sopracitata Lettera ad uno studente bullo che vi invito a leggere tutta:
– Là fuori è meglio di Gardaland: commetti un reato e te lo depenalizzano, alle brutte vai sotto processo e ti danno la prescrizione, se proprio gli Dei ti sono contro finisci in galera e, op-là, arriva l’indulto […]
…sii paziente e comprensivo. Contieni il tuo talento delinquenziale, la tua smania di sopraffazione, la tua inclinazione alla codardia. Verrà il tempo in cui potrai realizzarli appieno –
Meditiamo adulti meditiamo.
Paola Bianconi