27 Gennaio, in ricordo del giorno in cui le truppe sovietiche che avanzavano verso Berlino abbattono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, è celebrata dagli stati membri dell’ ONU, in seguito alla risoluzione 60/7 del 1 novembre 2005 la giornata della Memoria.§
Anche da noi il Parlamento italiano con la legge n. 211/2000 ha riconosciuto questo giorno, per ricordare le leggi razziali in Italia (introdotte nel 1938 dal regime fascista e firmate dall’allora re d’Italia), lo sterminio del popolo ebraico e le persecuzioni subite da tutti i deportati nei campi nazisti, omosessuali, sinti, rom e altre minoranze e dai deportati militari e politici.
Come ogni anno tante manifestazioni , tanti appuntamenti, anche in TV .
Ma mentre cercavo informazioni per scrivere questo articolo mi sono imbattuta nel saggio della scrittrice Elena Loewenthal “Contro il Giorno della Memoria” (add editore, 93 pagine, 10 euro).
La Loewenthal si concentra sul caso italiano riscontrando un’«esuberanza» singolare a proposito di questa giornata.
“Scuole, istituzioni, giornali, case editrici – spiega – ogni anno si adoperano per trovare qualcosa di originale per celebrare la giornata della memoria. Ma se essa è una ricorrenza, perché sforzarsi ogni volta di trovare qualcosa di nuovo? Dietro l’ansia dell’industriarsi incombe lo spettro della noia, ma fors’anche il timore che questa storia possa destare scetticismo invece di orrore, ostilità invece di compassione».
Il rito è tale proprio perché ripete.
In Israele, per esempio, quel giorno viene ricordato sempre allo stesso modo: facendo suonare, per un lunghissimo minuto, le sirene…
Un discorso politicamente scorretto? Forse, ma che ci aiuta a riconsiderare e a mettere in discussione la retorica di queste commemorazioni…
La Loewenthal non è un’antisemita, anzi è una scrittrice e una studiosa dell’ebraismo e alla prima riga del suo libretto confessa: «La Shoa è la mia ossessione».
E sottolinea come questa giornata non sia naturalmente per gli Ebrei, che “è ovvio che si ricordino della Shoa”.
Questa giornata non è per loro ma siamo noi europei che dovremmo ricordarla,«perché quella storia è imprescindibile dalla propria identità collettiva».
E dovremmo ricordarlo sempre…come un monito!
E voi cosa ne pensate?