Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Il Capodanno cinese è alle porte (quest’anno si festeggerà il 19 febbraio) e l’atmosfera di festa è palpabile ovunque: nei negozi e nei supermercati sono in vendita le tipiche decorazioni rosso e oro e le “strenne”, ovvero splendide scatole contenenti vari prodotti (dolci, noccioline, caffè ma anche olio o detersivi) che i cinesi acquistano per regalare alla famiglia, agli amici e ai conoscenti.
Come per il nostro Natale, la “Festa di Primavera” (altro nome del capodanno cinese) è per gli abitanti della Terra di Mezzo un vero salasso: oltre ai regali, tra familiari sono previsti scambi reciproci di “Hong Bao”, ovvero bustine rosse contenenti denaro. Di solito sono nonni e genitori a regalare le bustine ai bambini. Poi, una volta adulti, toccherà ai figli ricambiare e portare in dono, a loro volta, delle hong bao ai genitori.
Sarà anche per questo che in questi giorni i cinesi sono più allegri e mollano un po’ il loro consueto “controllo”: non è difficile incontrare uomini alticci in giro per strada, mentre gridano “Hello!” a tutti o mentre vengono penosamente caricati in taxi da qualche amico ancora sobrio.
Questo a venire sarà l’anno della capra (o pecora, dato che i cinesi non fanno molta distinzione tra i due animali) che simboleggia la pace, la serenità e l’armonia tra le persone. Mi piace molto questo significato e spero davvero che il nuovo anno sia foriero di saggezza e buoni sentimenti.
Nel periodo del capodanno la maggioranza dei cinesi torna nella città natale (visto che, a causa del lavoro, spesso si trasferiscono anche molto lontano). Ma molti (soprattutto i più danarosi) ne approfittano per viaggiare: in questo periodo dell’anno, difatti, il costo di voli e alberghi decuplica. Dato che anche le scuole internazionali chiudono due settimane e le aziende permettono agli impegnati mariti di prendersi un meritato periodo di ferie, pure gli expat scappano via, molti di loro hanno prenotato mesi fa alla volta di mete da sogno come le spiagge di Bali o delle Filippine.
Il capodanno cinese è la festa per eccellenza, quella che si trascorre in famiglia, onorando le tradizioni. Una di queste riguarda la preparazione dei jiaozi, i ravioli cinesi. Il jiaozi ricorda la forma dell’antica moneta dell’impero e per questo è simbolo di abbondanza e buona fortuna.
Quest’anno siamo andati ad imparare come si fanno i ravioli in un workshop tenuto dalla scuola di lingue frequentata dal Papi Viaggiante.
La preparazione dei ravioli si è svolta in un’atmosfera festosa e divertente e c’erano anche molti bimbi (tra cui i miei) che hanno reso la mattinata ancora più allegra.
E’ stato piacevole miscelare farina e acqua, manipolare la pasta e diventar matti cercando di sigillare il raviolo senza far uscire il ripieno. Piegare il bordo dei ravioli non è per niente facile e ogni gesto dev’essere ben preciso: i nostri difatti son venuti fuori proprio brutti, mentre quelli della maestra sembravano piccoli capolavori. Ma, dopotutto, lei è una vita che li fa… già me la vedo, fin da ragazzina, a pasticciare intorno alla tavola della cucina con mamma, nonna e tutte le ayi (zie vere e acquisite).
Alla fine abbiamo pasteggiato col prodotto della nostra fatica, apprezzando pienamente il gusto del cibo nonostante l’apparenza poco estetica. Uno dei ravioli avrebbe dovuto contenere una caramella, il jiaozi “fortunato”, ma in realtà il dolcetto si è sciolto nell’acqua di cottura e nessuno l’ha trovato… poco male, vuol dire che l’anno della capra sarà fortunato per tutti!