Ultima modifica 10 Ottobre 2019

Tempo di rientri, tempo di pranzi tra amiche per riprendere i rapporti e raccontarsi delle vacanze.

Uno dei ritrovi preferiti del nostro gruppetto di italiane è un ristorante cinese che si chiama “Grandma’s home”, la casa della nonna. È un locale che appartiene ad una catena, servono cucina di Hangzhou e gli ambienti sono caratteristici e suggestivi: nulla a che fare con la tipica immagine del ristorante cinese che abbiamo nel nostro immaginario! Qua tutto è moderno, ricercato, ogni particolare rende l’atmosfera particolare e unica.

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foto tratte dal sito: www.waipojia.com

È un posto dove si mangia molto bene, le porzioni sono abbondanti e si paga davvero poco! Un paradiso dei buongustai? Vi dico solo che il sabato e la domenica c’è una fila lunga parecchi metri di gente che aspetta il proprio turno per entrare e mangiare: solo il popolo cinese, così paziente di natura, può aspettare ore per avere il proprio tavolo nel ristorante preferito!

Noi siamo state molto meno “zen” e abbiamo prenotato: ci hanno riservato una saletta privata e ci siamo sentite davvero importanti. In realtà, in Cina è molto comune trovare nei ristoranti queste stanze private riservate ai gruppi numerosi (famiglie o pranzi di affari): di solito al centro c’è il tipico tavolo rotondo, con in mezzo il vassoio girevole che permette ad ogni commensale di servirsi senza doversi alzare o fare peripezie coi bastoncini. L’atmosfera è raccolta e si può chiacchierare e banchettare senza essere disturbati dal chiasso del locale.

Già, il banchetto è un momento importante nella cultura cinese e segue precise regole. Di solito è colui che ha invitato che ordina il cibo, seguendo un ordine prestabilito: prima i piatti freddi (specie di antipasti serviti a temperatura ambiente: verdure agrodolci, alghe, tofu, bocconcini vari), poi il cibo caldo, le zuppe, la portata principale (riso o spaghetti), il cibo con carne e per ultimo le bibite (solitamente the caldo o succhi di frutta freschi). Il cibo dovrebbe essere abbondante: nella cultura cinese, il fatto che sulla tavola rimangano molti avanzi simboleggia abbondanza e un ospite che ordina troppo poco (o, come diremmo noi, il giusto) lasciando che i commensali puliscano i piatti si farà sicuramente una figuraccia!

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Noi ci siamo allegramente adeguate e sulla nostra tavola c’era di tutto: vari piattini di antipasti, il pollo cotto nel the (cavallo di battaglia del ristorante, buonissimo!), riso fritto e spaghetti, la zuppa di pomodori e uova, il tofu, la carne saltata di maiale, le verdure piccanti. Per fortuna in Cina è d’uso chiedere di poter portare via ciò che non è stato consumato, senza il rischio di sembrare pidocchiosi. E difatti molte di noi hanno preso la “doggy bag”, contente di non dover pensare nemmeno alla cena!

Alle due del pomeriggio ci hanno gentilmente invitato a pagare il conto: per pranzo i ristoranti cominciano presto (verso le undici) e a quell’ora erano ormai andati via quasi tutti i clienti e i camerieri si stavano facendo una pennichella, braccia conserte sui tavoli più distanti e nascosti.
Dopo aver pagato l’esorbitante cifra di 66 Yuan a testa (l’equivalente di poco più di 8 Euro) ci siamo  alzate dal nostro banchetto, soddisfatte e sazie di cibo e chiacchiere.

Decisamente, dopo un pranzo del genere è molto difficile riuscire a metter piede in uno dei ristoranti cinesi “italiani”, dove il menù è per forza adattato alle esigenze del popolo locale. Come dite? Vi ho fatto venire l’acquolina in bocca e vi tocca venire a Suzhou? No? Allora la prossima volta vi racconto ancora qualcosa su questa bella città e magari vi convinco!

Antonella Moretti

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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