Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Due anni fa, quando abbiamo comunicato la nostra intenzione di trasferirci in Cina ad amici e familiari, i più sono apparsi preoccupati per il tipo di ambiente che avrebbero potuto trovare i nostri bambini: nell’immaginario di molti, Cina significa baracche cadenti su strade fangose, difficoltà nel reperire medicinali, cattive condizioni igieniche, strane malattie e microbi terrificanti. Certo, nelle zone rurali probabilmente è così, ma nella grande Suzhou non ho trovato nulla di tutto ciò: anzi, nel moderno quartiere del SIP la vita è comoda come e forse più che nel mio paesino italiano.
Uno degli aspetti che più amo del vivere in Cina è che le attività da fare coi bambini sono molteplici e variegate. Solo nel nostro compound possiamo scegliere fra svariati parchi giochi all’aperto, attrezzati con altalene, scivoli e quant’altro. E poi, le mamme sono quasi tutte taitai (ovvero donne che non lavorano) e quindi è facile trovarsi tutte insieme e fare una chiacchierata mentre i bimbi giocano.
In ogni shopping mall e centro commerciale sorgono come funghi i parchi “indoor”: paghi un biglietto d’ingresso e il tuo bimbo può giocare con tutte le morbide attrezzature, gli scivoli, i gonfiabili e chi più ne ha più ne metta. Questa è un’ottima soluzione per i pomeriggi invernali, quando magari fuori piove: i bimbi passano un’oretta divertendosi e sfogandosi (e, nell’intenzione della mamma, stancandosi, così andranno a letto prima!) in un ambiente adatto a loro e tutto sommato pulito (nessuno può entrare con le scarpe e, in teoria, all’interno non si può mangiare).
A Suzhou esistono inoltre varie altre attrazioni a misura di bambino: lo zoo, l’acquario, diversi parchi divertimenti con tanto di ruota panoramica, innumerevoli scuole di disegno o di musica fatte su misura per i bimbi. Davvero difficile annoiarsi, anche se parecchie di queste attrazioni hanno uno stile “cinese” che a volte non piace a noi stranieri.
In Cina coi bambini si vive bene, anche perché una delle caratteristiche dei cinesi è la loro pazienza e tolleranza nei confronti dei più piccoli, che alle volte sconfina in un permissivismo considerato un po’ negativamente dagli europei. Ma, devo ammettere che, come mamma, mi sento molto più rilassata qui in Cina, dove tutti sorridono guardando i miei bambini correre e toccare tutto e, se proprio devono fare un’osservazione, hanno sempre il sorriso sulle labbra. Una volta, per esempio, i miei bimbi e dei loro amichetti si rincorrevano tra i tavoli di un ristorante: vedendo la mia espressione preoccupata e i miei continui tentativi di richiamarli, la cameriera mi ha fatto capire che non dovevo agitarmi, era tutto a posto!I cuochi erano deliziati ed hanno perfino regalato loro della frutta.
Pericoloso crescere così, quando poi torni in Italia e trovi una fortissima intolleranza anche verso i comportamenti più normali del bambino, come ad esempio piangere. Durante le mie vacanze ho visto parecchie facce infastidite e, sebbene anch’io sia d’accordo che ai bambini vanno date regole di comportamento, credo che in Italia dovremmo farci un esame di coscienza: i bambini possono comportarsi come bambini o devono essere dei piccoli adulti?