Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Proprio oggi mi è arrivato, consegnato sulla porta direttamente dalla fattoria, il mio primo acquisto di verdura biologica cinese. Tramite il passa parola mi è stato dato il contatto di questa “organic farm” ed ho fatto l’ordine tramite email, scegliendo da una piccola lista di prodotti di stagione. Ho acquistato pomodori, patate, cetrioli e verdurine verdi tipiche della zona come le baby piante di cavolo.
Quello del cibo è un argomento scottante in Cina: gli scandali alimentari sono all’ordine del giorno (chi non ricorda il latte per bimbi alla melanina? Ma ci sono stati anche l’olio di scolo impiegato nuovamente nelle cucine dei ristoranti e la salsa di soia ai capelli!), l’inquinamento di terra e acqua non è da poco e i più preoccupati e critici sono proprio i cinesi. Dicono che le verdure vengono irrigate con l’acqua sporca dei canali, che il pesce viene pescato in pozze maleodoranti (soprattutto qui che abbondano laghi e corsi d’acqua dolce).
Come difendersi?
Molti stranieri comprano su siti (di solito con sede a Shanghai) che secondo me sono stati creati ad hoc sull’onda di questa preoccupazione, alcuni dei quali sono molto popolari sia nella Expat land che tra i locali. Il problema, ovviamente, è il costo: i cetrioli costano anche cinque euro al chilo mentre i peperoni possono arrivare a otto. E la domanda sorge spontanea: chi lo dice che la verdura è davvero biologica? I controlli del biologico, in Cina, sono molto meno ferrei che non da noi in Italia e poi noi stranieri, essendo per ovvi motivi di lingua impossibilitati a seguire tutte le notizie, non conosciamo bene come sia la storia. I prodotti organici confezionati di solito hanno un’etichetta apposita che li contraddistingue, ma c’è chi dice che aria e acqua quelle sono, e che quindi non vale la pena di pagare il triplo (se non di più) per una verdura che non dà garanzie.
Io devo ammettere, però, che quella arrivata oggi sulla mia porta di casa ha un vero aspetto di verdura: qualche buchetto di insetti sulle foglie, pezzature un po’ diverse, profumo di ortaggi, un po’ sporche di terra. Quelle che compro al mercato, invece, sono tutte uguali e alle volte mostruosamente grandi (come le carote) e danno proprio l’idea di finto. Per non parlare della frutta che a volte è talmente profumata (ma inesorabilmente insapore) da dare l’idea di essere stata iniettata con qualche aroma artificiale.
Se i pomodori (che di solito non compro mai perchè non sanno di niente) e le patate (sempre acquose e dolciastre) passeranno l’esame, posso dire che ho trovato un ottimo approvigionamento di ortaggi. Certo, i contadini vendono solo quello che è di stagione, ma non è forse il consiglio che ci danno sempre, quello di acquistare prodotti locali e in armonia con i raccolti?
Antonella Moretti