Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Il Natale è una festa cristiana e in Cina, naturalmente, non si festeggia: le religioni più diffuse in Cina sono altre, il buddismo o il taoismo ad esempio, e i cristiani sono una piccola minoranza. È quindi ovvio che i cinesi non abbiano idea del significato più profondo del Natale e lo abbinino semplicemente a manifestazioni esteriori come l’albero addobbato, Santa (Babbo Natale) e i pacchi di regali.
A Suzhou ci sono alcune chiese, la più frequentata dagli stranieri è forse quella del Dushu Lake, una chiesa interconfessionale. C’è poi la splendida Lady of Seven Sorrow, che esternamente è un magnifico connubio di stili che rende davvero l’idea di come possa essere particolare praticare la propria religione in un paese così lontano e diverso.L’atmosfera natalizia lo scorso anno non l’ho sentita per niente e, io che non ho mai sopportato più di tanto le pubblicità del panettone e le smielate musichette che da noi si sentono ovunque a partire da fine novembre, cominciavo perfino a sentirne la nostalgia.
Quest’anno invece, non so perché, ma mi pare diverso: ho sentito “Jingle Bells” in sottofondo perfino nel cinesissimo negozio di alimentari sotto casa! Nelle cartolerie vendono decorazioni e alberelli sintetici, nel supermercato di cibi importati c’era perfino un intero banco di panettoni e pandori!
I cinesi sono bravissimi ad assorbire le tradizioni altrui, come hanno fatto ad esempio con Halloween o San Valentino, ma credo che per loro si tratti principalmente di marketing e commercio: Suzhou è abitata da molti stranieri e i commercianti non sono sprovveduti, sanno che se metteranno in vendita articoli legati a queste feste troveranno senz’altro la loro fetta di mercato.
Molti expat trascorreranno le feste in Cina, senza rientrare: c’è chi lo fa per ragioni di lavoro (in Cina il giorno di Natale è lavorativo e molti manager devono essere presenti in azienda) chi per scelta, perché magari preferisce rientrare in patria nelle più lunghe feste del capodanno cinese, che cade tra fine gennaio e febbraio.
Alberghi e ristoranti fanno a gara per chi offre il miglior cenone o pranzo di Natale, comprensivo magari di lotteria e premi. Ma gli italiani che restano in Cina di solito festeggiano il Natale in casa, possibilmente raccogliendo attorno alla tavola imbandita varie famiglie, in modo da ricreare quell’atmosfera di calore che di solito si respira durante gli interminabili festeggiamenti italiani.
Per ora noi non ci siamo mai fermati in Cina: finché possiamo preferiamo volare in Italia e trascorrere il Natale coi nostri familiari. Anche se ammetto che girare come una matta fino all’ultimo momento per riempire la valigia di regali e catapultarmi di botto nella mia vita parallela italiana alle volte mi risulta stressante!
I cinesi ci guardano con aria bonaria: sanno che per noi il Natale è la festa più importante (come per loro è il capodanno cinese), nella quale si fanno chilometri per riunirsi ai familiari, si mangia, si beve, ci si scambiano regali. Tra un paio di mesi toccherà a loro e sarà il turno di noi stranieri stare a guardare un po’ spaesati, cercando di capirne qualcosa delle tradizioni e dei riti della Festa di Primavera.