Ultima modifica 10 Ottobre 2019
L’espatriato è, per definizione, una persona che si reca a vivere all’estero per un periodo di tempo ben definito, a differenza dell’emigrato (che nel paese ospitante ci va a vivere, molto probabilmente, per generazioni). Questa differenza fa sì che l’espatriato si senta sempre un po’ “ospite” e che la sua vita sia colorata da una certa precarietà, sia nelle amicizie (come ho già scritto in questo articolo, nella comunità internazionale gli amici vanno e vengono a velocità incredibile) sia per quanto riguarda la vita casalinga.
Mi spiego meglio: sapendo che la tua esperienza di vita nella nuova città durerà qualche anno e che poi te ne tornerai in madrepatria (o sarai spedito in un paese nuovo), difficilmente ti metterai a comperare suppellettili, mobili, chincaglierie che poi (a meno che la ditta non ti paghi un trasporto internazionale) dovrai dar via.
L’espatriato vive una sorta di frugalità: pochi piatti e bicchieri, giusto quelli che servono ai familiari (e magari giusto un paio in più se si invita qualcuno), poche lenzuola e coperte, forse qualche quadro per abbellire la casa, che quello poi starà bene anche nella dimora italiana. Bisogna anche dire che, qui in Cina, le case vengono di solito affittate ammobiliate e comprese di elettrodomestici, quindi le necessità basilari sono assicurate: letti, divani e scrivanie ci sono, i mobili della cucina anche, manca di solito il forno (che i cinesi non usano) ma ci sono elettrodomestici che in Italia non ho mai visto, come la lavatrice ad acqua fredda o lo sterilizzatore per i piatti. Se manca qualcosa, prima di lanciarsi nell’acquisto l’inquilino straniero di solito chiede al padrone di casa di comprarlo per lui.
Per noi il discorso è un po’ diverso: non avedo un contratto “chiuso” da alcuna scadenza, consideriamo la nostra avventura in Cina a tempo indeterminato, ma siamo anche consci che la vita dell’espatriato è imprevedibile e che magari tra qualche anno saremo da un’altra parte. Quindi ci siamo concessi degli acquisti “importanti”, pur senza farci prendere la mano (la casa mi sembra sempre ancora inesorabilmente vuota!). Abbiamo comprato un fornetto, dato che non potrei vivere senza poter cucinare la pizza in casa, ci siamo regalati un divano nuovo (e mai acquisto è stato più goduto!) e la lavatrice “seria”. Considerando che prevediamo di stare qui degli anni, credo proprio che questi investimenti si ammortizzeranno.
Ma se penso a tutti gli oggetti, i piatti e i bicchieri che riempiono i miei armadi in Italia (ho ancora degli scatoloni mai aperti della lista nozze!) mi rendo conto che anche noi viviamo con poco: sei piatti, un paio di terrine, tre pentole. Poche lenzuola ed asciugamani, giusto quelli necessari per poter fare il bucato ed avere un paio di cambi. Quasi nessun soprammobile. I bicchieri di vetro, poi, quelli sono un tasto dolente: mio marito ha provato più volte a comprare una serie di (almeno) sei bicchieri da vino, ma essendo io una di quelle persone che rompono frequentemente piatti e bicchieri, ci siamo ridotti ad averne solo due!
L’unica cosa che non manca sono i giochi per i bambini: pur cercando di limitare l’acquisto ad occasioni speciali, la casa ne è letteralmente invasa! Ma il passatempo preferito resta sempre uscire a giocare con gli amici (potrei regalarli tutti?).
Antonella Moretti