Se hai un bambino di qualche mese probabilmente hai già sentito parlare di svezzamento e autosvezzamento, ma qual è la differenza? Quali sono i passaggi da seguire?
Lo svezzamento tradizionale
Lo svezzamento “tradizionale” si realizza attraverso l’introduzione controllata dei diversi alimenti. La somministrazione è dunque guidata dai genitori (oadulti di riferimento) e avviene sotto forma di pappe omogeneizzate o in purea. In questo modo si ha una graduale transizione da un’alimentazione liquida ad un’altra solida attraverso cibi appositamente preparati per il bambino. La schema prevede l’introduzione di una “pappa” a pranzo durante i sei mesi, pappa a cena dopo i sette mesi ed introduzione graduale degli alimenti Es. sesto-settimo mese solo con carne e pesce, ottavo mese introduzione dei legumi decorticati, nono mese introduzione tuorlo d’uovo e pomodoro. Questo è uno schema che controlla le porzioni, la qualità del cibo e rassicura il genitore perché risulta essere “sicuro” per il bambino (in quanto mangiando alimenti omogenizzati non ci sono rischi di soffocamento).
L’autosvezzamento
L’autosvezzamento, invece, non prevede uno schema o grammature standard, tutti gli alimenti sono subito concessi a partire dai sei mesi di vita e non devono essere per forza omogeneizzati ma devono essere offerti in forma tale da favorire masticazione e deglutizione. Qui è il bambino che segnala il proprio interesse per il cibo e segue il suo istinto di fame e sazietà, per queste ragioni si parla di “alimentazione complementare a richiesta” detta anche autosvezzamento. In questo contesto sarà fondamentale che la famiglia impari i principi di una sana e corretta alimentazione, calibrando i pasti affinché siano nutrizionalmente adeguati e bilanciati, con la giusta frequenza e il giusto apporto di frutta e verdura di stagione, di carboidrati non raffinati, di alimenti proteici e di acidi grassi polinsaturi.
Quale preferire? Non vi è concordanza sull’indicare come elettivo se auto oppure svezzamento tradizionale. Alcuni studi mostrano come l’autosvezzamento favorisca l’autoregolazione da parte dei bambini su quello che è il desiderio alimentare, altri invece parlano di una propensione alla scelta di cibi dolci e ricchi di grassi. La verità sta nel mezzo perché avere delle regole (tappe definite, frequenze alimentari settimanali da rispettare, ecc…) ma dando possibilità al bambino di esplorare e scegliere qualche cosa in autonomia potrebbe essere la strategia corretta.