Ultima modifica 3 Giugno 2021
“Guarda che in braccio lo vizi!”
“Questo bambino non imparerà mai a dormire da solo”
“Per quanto tempo pensi di riuscire a tenerlo in braccio ancora?!”
Quante volte voi mamma vi siete sentite dire frasi del genere?
Io diverse.
È sempre una questione di punti di vista, per cui c’è chi pensa che tenere in braccio (troppo o meno) i bambini crei una brutta abitudine, un vizio.
A volte questo pensiero appartiene alla generazione precedente, ad esempio ai nonni, abituati ad un altro stile di accudimento.
Ma non è sempre detto.
Altre volte, è di cultura o convinzione anche attuali.
Tuttavia, è piuttosto recente la definizione “genitori ad alto contatto”, stante ad indicare proprio quelle mamme, in particolare, e quei papà i quali adottano comportamenti e stili di accudimento basati sulla prossimità.
Ad esempio, i bambini vengono più spesso portati a passeggio avvolti in fasce o marsupi, piuttosto che nel passeggino, per agevolare il contatto con la mamma.
Oppure molti genitori prediligono dormire assieme al loro bambino, nella stessa camera o nello stesso letto, piuttosto che scegliere le camere separate, sempre per permettere al piccolo un contatto ravvicinato con la figura materna, in primis.
Io mi trovo d’accordo con questo stile di accudimento ad alto contatto.
Penso sia fondamentale per i bambini. E non solo.
Dal loro punto di vista, gli permette di nutrirsi dell’affetto materno sempre.
Ne consegue una crescita affettiva e relazionale sana.
La corrente opposta pensa crei una dipendenza assoluta, un circolo vizioso dal quale poi è difficile uscirne.
Sì, vero! Si permette al bambino di sperimentare una totale dipendenza affettiva, che gli trasmette sicurezza, protezione, stima di sé, regolazione delle emozioni.
n seguito, sarà un bambino che saprà maggiormente fare i conti con l’indipendenza, proprio perché ha potuto riempire una valigetta degli attrezzi emotivi bella piena!
Viceversa, trovo che se si separano precocemente i propri cuccioli dalla mamma, ad esempio limitando la presa in braccio ed il contatto fisico, essi potrebbero maggiormente diventare insicuri, in difficoltà nella regolazione dei loro comportamenti, delle loro emozioni, proprio perché non hanno potuto apprendere appieno queste capacità dalla loro mamma.
Trovo che questo sia un argomento importante e di attualità: specialmente nell’ultimo periodo mi capita di conoscere famiglie alle prese con queste questioni e di aiutare loro ad avere meno timore del “vizio” dell’abbraccio.
Senza troppe teorie, i nostri amici animali dormono tutti assieme, godono di una massiccia prossimità e i loro cuccioli non sono viziati!