Ultima modifica 1 Febbraio 2016
Una signora rimprovera aspramente una giovane mamma perché tiene troppo tempo in braccio il suo bambino di pochi mesi.
Sfortunatamente per lei, si è rivolta a me per chiedere parere e conforto, ma è capitata male perché penso proprio il contrario e glielo ho detto a chiare lettere, visto, tra l’altro, il modo supponente e presuntuoso proprio ex cattedra, con il quale trattava la giovane ( sua nuora?).
Ha mai osservato i cuccioli dei nostri amici gatti e cani?
Ha mai notato come si comportano le loro mamme?
Lo sa che noi apparteniamo al loro stesso mondo?
Se lo sa e se lo ha fatto si sarà resa conto che ogni mamma tiene il più possibile stretti a se i propri figli nei primi mesi dalla nascita e che i cuccioli d’uomo vengono alla luce molto prima che il loro percorso di maturazione sia giunto al termine, nessuno di loro è in grado di vivere o muoversi autonomamente per ancora molto, molto tempo.
Ed è proprio per questa loro assoluta mancanza di autonomia che cercano il contatto, con il pianto o con altre manifestazioni che ogni mamma riconosce, come se fossero ancora nel grembo materno, anche se l’ambiente è cambiato. Se è cambiato repentinamente, quasi mai in maniera tranquilla, cercano il contatto, la rassicurazione, inconsciamente l’affetto.
La loro negazione, la privazione della vicinanza è causa di possibili, gravi disturbi sui piccoli dal punto di vista fisico nonché psicologico, non lo dico io, ho aggiunto, lo dicono seri studi ed è il parere di ogni psicologo, infantile o no.
Non mi crede? Si informi.
Non si viziano i piccoli tenendoli in braccio, è un vecchio pregiudizio, trito e ritrito, che si basa sul nulla, anzi si offre tutto l’aiuto necessario perché crescano sereni, vitali, liberi da paure inconsce e, forse strano ma vero, li si aiuta a diventare autonomi.
Non ci credete?
Pensate ad un bimbo libero da paure, che quando cerca trova rassicurazione.
Quando piange deve ottenere ascolto, e quale ascolto è meglio dell’accoglierli tra le braccia?
Chi ha figli non si è forse accorta che i piccoli più ascoltati piangono sempre meno? Mentre i ‘trascurati’ incrementano, giorno dopo giorno l’intensità e la durata dei pianti?
Non si sono resi mai conto che un bimbo coccolato impara prima a parlare e a rendersi indipendente?
Che un piccolo che ha sempre ricevuto la rassicurazione di tanti abbracci vive meglio la sua vita?
Ancora una piccola cosa: non è che lasciando piangere un bambino gli si rafforzano i polmoni.
È una solenne stupidaggine, un alibi costruito nel tempo, i polmoni non sono muscoli, non devono essere sviluppati, non ne hanno bisogno, non serve, anzi!
E, poi, perché privarsi della gioia di tenere il nostro piccolo tra le braccia?