Ultima modifica 27 Agosto 2018
24 agosto 2016, ore 3,36. Montecastrilli, provincia di Terni, circa 100 chilometri di distanza da Amatrice.
L’orologio si ferma mentre intorno tutto trema.
Terremoto nell’Italia Centrale – Il racconto di una mamma
Quasi 2 minuti e mezzo di terrore e poi… il vuoto, il dubbio, la paura che sale.
Ricordi che riaffiorano alla mente: Assisi 1997, L’Aquila 2009 ed ora?
Dove, come, ma soprattutto QUANTO!
Quanto forte questa volta, quanti danni, quante persone.
Nella calma della notte un boato, pochi secondi di quiete e poi la terra che comincia a tremare sotto i nostri piedi per più di 2 interminabili minuti.
Il rumore dei mobili che sbattono con le pareti, il lampadario che trema, gli oggetti che traballano e i nostri corpi che sembrano sospesi nel vuoto.
Frazioni di secondo che sembrano ore.
Non smette, non smette, perché non smette!!
Le bambine nella camera accanto che dormono tranquille, i loro giochi che cominciano a cadere ed il desiderio che tutto finisca, ma niente.
Continua incessante! E adesso?
Le prendiamo dal loro lettino e giù per le scale, per raggiungere il luogo più sicuro della casa, la cucina.
Poi tutto si ferma.
Tutto torna alla normalità di una calma e silenziosa notte di fine estate.
Ma come le altre volte, niente è più normale e quel silenzio è pieno di ansia e di terrore che sale prima di accendere la tv e capire che la nostra storia, purtroppo, è lontana anni luce dalla realtà.
Queste righe le ha scritte di getto una di noi, Fabiola Papa, a poche ore di distanza dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale la scorsa notte, mamma di due bambine.
Stamane in un’intervista alle radio il sindaco di Amatrice, uno dei comuni più colpiti dal terremoto nell’Italia Centrale, ha raccontato di un “paese che non c’è più”. Tra i crolli purtroppo si conta anche una scuola, peraltro nuova, costruita nel 2012 (Fonte: Youreducation.it). E qui evitiamo di essere polemiche, anche se… qualche domanda da fare ci sarebbe eccome.
Il primo pensiero va proprio a loro, ai bambini.
Questi nostri bimbi, che a tutte le latitudini italiane, imparano cos’è il terremoto proprio a scuola, quando fanno le esercitazioni per le evacuazioni in casi di emergenza.
Anche noi genitori, soprattutto se viviamo in zone sismiche, dovremmo insegnare loro come gestire queste emergenze a casa, educarli alla calma e al sangue freddo, cercando di infondergli sicurezza, anche se non deve essere per nulla facile. Non teniamoli all’oscuro da questa realtà, perché purtroppo fanno parte della nostra vita, e dandogli il maggior numero di informazioni potremo salvargli la vita.
Ecco quindi i comportamenti da tenere in caso di emergenze come il terremoto nell’Italia Centrale di questa notte; le indicazioni sono quelle suggerite nel sito della Protezione Civile, e altre raccolte in rete, che ci sembravano esaurienti.
• Se sei in un luogo chiuso, mettiti sotto una trave, nel vano di una porta o vicino a una parete portante.
• Stai attento alle cose che cadendo potrebbero colpirti (intonaco, controsoffitti, vetri, mobili, oggetti ecc.).
• Fai attenzione all’uso delle scale: spesso sono poco resistenti e possono danneggiarsi.
• Meglio evitare l’ascensore: si può bloccare.
• Fai attenzione alle altre possibili conseguenze del terremoto: crollo di ponti, frane, perdite di gas ecc.
• Se sei all’aperto, allontanati da edifici, alberi, lampioni, linee elettriche: potresti essere colpito da vasi, tegole e altri materiali che cadono.
Dopo il terremoto è il caso di assicurarsi dello stato di salute dei propri cari, e in caso prestare i primi soccorsi (numeri utili in caso di emergenze il 112 – 113 – 118 – 115).
La PC consiglia poi di uscire dai luoghi chiusi con prudenza, indossando scarpe e raggiungere i punti di ritrovo.
In caso di vicinanza al mare allontanarsi dalle spiagge e raggiungere un posto in altura.
Evitare di usare il telefono e le auto per consentire ai soccorsi di svolgere al meglio le operazioni.
Ecco alcuni altri documenti da consultare per prendere visione delle istruzioni da seguire in caso di calamità:
(Fonte: http://web.tiscalinet.it/procivsegni/terremoto_file/CosaFare.jpg)
Vivere il terremoto per un bambino è comunque un’esperienza traumatica, che provoca confusione, stress, paura che le loro abitudini possano cambiare, che la loro sicurezza sia in pericolo.
Ecco perché è indispensabile stare vicino ai nostri figli, per far scomparire nel più breve tempo possibile le loro paure.
Come? State insieme a loro, parlate di cio’ che avete vissuto, cercate di dare un nome alle loro sensazioni alle loro paure, aiutateli a capire. Leggete insieme una fiaba, giocate, ascoltate la sua musica preferita.
Rispondete alle sue domande in modo chiaro. Fategli capire che non sottovalutate il suo malessere e che siete li pronte per aiutarlo. Spiegategli come comportarsi se dovesse accadere di nuovo.
Come giustamente mi ha ricordato poco fa Arianna ( mamma di Macerata) il terremoto, purtroppo, coglie all’improvviso e non farsi trovare impreparati sicuramente aiuta.
Informiamoci quindi e cerchiamo di vivere la vita normale senza cadere nel panico..
Bellissimo articolo e molto utile. Grazie!