Ultima modifica 4 Gennaio 2020
“It’s not about the hate u get
but about the hate u give”
[Non si tratta dell’odio che ricevi ma dell’odio che trasmetti]
Un padre, nero, che fin da quando i figli son piccoli spiega loro come comportarsi se la polizia li ferma.
Perché per un nero tutto è diverso.
The Hate U Give è la storia di Starr, una ragazza nera che viene mandata in una prestigiosa scuola privata di soli bianchi. Una ragazza nera che, fin da bambina, ha imparato grazie all’insegnamento del padre, che il mondo non è uguale per bianchi e neri.
E lei questo lo ha capito bene.
Ma il suo impatto con la ‘prima volta’ che vede applicata la regola ‘bianco e nero sono diversi’ è drammatico. Perché il padre del suo migliore amico non ha insegnato al figlio come ci si deve comportare quando un nero viene fermato dalla polizia.
Khalil viene ucciso, ma lui era disarmato.
Il caso conquista tutte le prime pagine dei giornali, ma la polizia non ha alcuna intenzione di andare a fondo alla questione. A loro la cosa non interessa.
Così la protesta sale, e Starr, inizialmente contro la sua volontà, decide di dare voce al suo amico che non può più dire la sua.
Tutti vogliono sapere cosa è realmente successo quella sera.
Starr avrà il coraggio di dire la verità?
The Hate U Give è un film importante e da vedere.
Quando un nero ha in mano un oggetto e viene verso di noi, siamo portati a pensare che si tratti di una pistola perché quell’uomo, quel ragazzo, è nero e di sicuro mi vuole far del male, di sicuro mi vuole uccidere e allora lo uccido io prima che lui uccida me.
Perché?
Perché viviamo in una società che ci porta a pensare che il “nero” sia malvagio (come l’uomo nero delle fiabe). I media, la gente intorno a noi, gli odiosi social, ci hanno inculcato nella testa che i neri, qualsiasi gradazione diversa dal nostro perfetto “rosa”, sono cattivi: ci rubano il lavoro, ci stuprano le mogli o le figlie, ci rubano in casa.
E non si tratta davvero dell’odio che la gente che ti circonda ti trasmette, ma dell’odio che TU trasmetti.
Un tuo messaggio può essere interpretato in modo errato e trasformarsi in una scia di odio.
Allora forse se cominciassimo a trasmettere meno odio, se cominciassimo a rispondere con un abbraccio o con un sorriso a chi ci odia, forse ci sarebbe meno odio intorno a noi.
Se smettessimo di divulgare sui nostri profili dei social messaggi di odio, articoli di odio, forse tutto cambierebbe.
mettiamo dei fiori nei nostri cannoni
Doniamo fiori e sorrisi a chi ci odia perché rispondere all’odio con altro odio, non risolverà mai niente.
[amazon_link asins=’8809836405,1406372153′ template=’ProductCarousel’ store=’lenuma-21′ marketplace=’IT’ link_id=’c0a5c5ae-e7e0-11e8-8f24-59f157e26ec7′]