Ultima modifica 29 Settembre 2016
Tutti coloro che resisterono al regime nazista, qualunque fosse il motivo, meritano profonda riconoscenza. Tra questi c’è un gruppo religioso, i Testimoni di Geova, che sotto il regime nazista hanno dimostrato che era possibile opporsi all’ideologia nazista.
Nel 1933 i Bibelforscher, o Studenti Biblici, nome col quale erano conosciuti a quel tempo, erano circa 25.000 in tutta la Germania. Furono l’unica confessione tedesca a pronunciarsi pubblicamente contro il Terzo Reich, usando la stampa clandestina e distribuita a rischio della vita. Per questo motivo furono oggetto di una sistematica persecuzione.
Tra il 1933 e il 1945 più di 10.000 Testimoni di Geova furono vittime dirette del nazionalsocialismo. Fra le misure prese nei loro confronti ci furono la perdita del lavoro, della pensione di vecchiaia e dei benefici previdenziali, multe e internamenti in prigioni, campi o riformatori. Il loro simbolo nei campi di concentramento era il Triangolo Viola.
Circa 840 bambini furono sottratti ai genitori e affidati ad istituti di correzione o a famiglie “ideologicamente affidabili”.
Circa 6.000 Testimoni furono rinchiusi nei campi di concentramento e, complessivamente 2.000 di loro vi trovarono la morte, più di 250 dei quali giustiziati.
Certo, in confronto all’immane massacro di cui furono oggetto gli ebrei, i numeri non sono gli stessi. Ma quello che mi ha colpito della storia di queste persone e che li rende dei martiri è che loro potevano scegliere di non soffrire e morire. Ebrei, slavi, zingari, omosessuali e altri furono vittime del regime nazista a causa di ciò che erano, non avevano scelta . Ma ai testimoni di Geova veniva offerta una via d’uscita: bastava che firmassero un documento in cui rinnegavano la loro fede e potevano tornare in libertà. La stragrande maggioranza di loro non lo fece.
Vi lascio con le parole di Martin Niemoller, teologo protestante sopravvissuto ai lager:
“Quando i nazisti sono venuti a prelevare i comunisti,
non ho detto niente,
non ero comunista.
Quando sono venuti a prelevare i socialisti,
non ho detto niente,
non ero socialista.
Quando sono venuti a prelevare i sindacalisti,
non ho detto niente,
non ero sindacalista.
Quando sono venuti a prelevare gli ebrei,
non ho detto niente,
non ero ebreo.
Poi sono venuti a prelevare me,
ma non rimaneva più nessuno
per dire qualcosa.”
Paola Biandolino