Ultima modifica 11 Dicembre 2019
A proposito di donne che hanno deciso di far nascere un figlio down.
Mi ero ripromessa di leggere la notizia e rimanere calma.
Tuo figlio è down? Meglio abortire!
Dovrei leggere di un imbecille che dice cose come “ sarebbe opportuno spingere le donne incinte di bambini down o affetti da spina bifida ad abortire per non mettere al mondo un soggetto che rappresenterà un peso per la sua famiglia”.
Dovrei, dicevo, in teoria, rimanere calma. Calma certo.
Ma dai, non ci credete nemmeno voi che leggete solo uno stralcio delle cose che è riuscito a dire. E credo che bastino queste poche righe per far ribollire il sangue nelle vene.
L’imbecille dice che sarebbe meglio spingere.
Spingere una donna che aspetta un bimbo malato ad ucciderlo?
Perché è un problema? Un costo sanitario?
Ma certo. Allora prendiamo e perseguiamo il modello di riferimento del caso.
Uccidiamoli tutti questi bimbi malati.
Che ce ne facciamo di bimbi non geneticamente perfetti?
Eppure io vedo molto più malato il suo cervello da imbecille.
Perché spero davvero che sia una grave forma di malattia mentale a fargli dire certe cose…Anche se, seguendo la sua logica, che ce ne facciamo di un imbecille in più al mondo?
Una donna che aspetta un bimbo malato ha bisogno di aiuto.
Io spingerei invece per una società e un sistema sanitario che non l’abbandoni, che la supporti durante tutta la gestazione e nel corso della vita.
Con tutti i mezzi psicologici e economici che servono.
Per far si che quelle vite riescano a nascere e vivere un po’ più serenamente.
Quanto più serenamente possibile.
A questo serve il potere di un parlamentare.
Aiutare chi ha bisogno.
Mettersi da parte dei deboli e non dei forti.
Creare un mondo dove si tuteli la vita a tutti i costi. Sempre.
Sana o malata che sia. Non si spinge una donna, una madre in attesa a uccidere un figlio. Ma la si sostiene non facendola sentire sola, dandogli aiuto e sostegno perché senta di potercela fare e che lo stato, la società, le starà accanto.
E lasciando a lei sola, senza nessuna spinta nè in un senso nè nell’altro, la scelta finale.
Ma l’unica spinta accettata e promossa dovrebbe essere la possibilità di avere un aiuto e un sostegno.
Ci sono milioni di genitori di bimbi malati nel mondo che lottano ogni giorno.
Con le unghie e con i denti.
Che nonostante un imbecille possa dire certe cose e lo si riconosca sano di mente, si alzano tutte le mattine. E nonostante tutto sorridono. E li amano.
Li amano anche di più.
Per superare disagi, sconforto e dolore.
Ma non il loro che spesso celano o nascondono, ma quello dei figli.
Perché un figlio si ama e basta. Perché un figlio down è sempre un bimbo.
Un essere umano. Una vita.
Quelle creature rendono il nostro mondo speciale.
Perché la loro nascita difficile spinge tanta brava gente a lottare per migliorare la loro vita e quella delle loro famiglie. Spinge tanti medici e ricercatori a trovare una cura o a farmaci per alleviarne le sofferenze.
Non si ama un figlio o chiunque altro perché, o solo se, è perfettamente sano.
Perfetto fuori. Ma si ama per la sua unica e speciale perfezione dentro.
Quella morale e del cuore. L’unica che conta davvero.
E non credo sia un caso che in genere sono proprio le persone con qualche problema fisico ad essere più sensibili, più attente alla vita e al cuore.
Io voglio vivere in un mondo che sia come quelle donne e madri in attesa.
In attesa di un’altro essere umano speciale.
Io “ voglio volere, voglio un mondo all’altezza dei sogni che ho” canta Ligabue.
E sicuramente non è un mondo dove qualsiasi imbecille possa dire certe cose.
E voi arrabbiatevi, indignatevi e lottate.
Perché solo dal grido di tutti la voce di un imbecille si spegne fino a scomparire.
E per ognuna di quelle voci spente il nostro diventa un mondo migliore.
Lungi da me giudicare, io sono a favore a livello ideologico dell’aborto, sono libero da precetti religiosi, eppure quando il mio primo figlio ha rotto il sacco alla 19ª settimana rimanendo senza liquido amniotico e permettendo ai medici di prevedere la sicura, poi avvenuta, nascita prematura e gli infiniti possibili handicap che avrebbe potuto avere, io e, soprattutto, la mia compagna, non abbiamo avuto nessun dubbio: Samuele doveva nascere.
Non penso che qualcuno possa decidere per noi di fronte ad una scelta radicale e totalizzante come quella di interrompere una vita, credo che solo seguendo la propria coscienza si possa trovare la via, anche se dolorosa in ogni direzione.
Il fratello di un mio amico e sua moglie avevano un bimbo bellissimo e sanissimo. Questo bambino ebbe un incidente molti anni fa. L’ho rivisto qualche tempo fa: un vegetale storpio, deve essere accudito in tutto, ogni 3-4 minuti qualcuno deve togliergli la bava che esce dalla bocca, eppure quei genitori lo amano più di loro stessi. Il fratello più piccolo si è sposato e ogni settimana va a prendere suo fratello e lo accudisce a casa sua con sua moglie per dare fiato ai genitori. Alcuni parenti dei genitori si sono potuti trasferire vicino per aiutarli.UNA GRANDE FAMIGLIA! secondo quanto letto nell’articolo anche queste persone andrebbero eliminate no? e invece io ammiro il coraggio di persone come queste.
La cosa che mi fa imbestialire è proprio il fatto che un parlamentare pensa di avere il diritto di poter decidere o proporre una legge per cui non rimane una.scelta individuale. Ma ma ce donne veng spinte per unaano automaticamente verso una sola scelta. Come se le famiglie straordinarie come quelle descritta da paola non ci fossero. E sopratutto come se una vita non fosse degna di nascere …lo trovo un pensiero allucinante .
Ogni vita ha un suo valore e certo non si determina in base ad una legge e tanto meno se sana o malata.
Per fortuna credo e spero rimarrà l’idea malata di uno…lo spero davvero.
L’articolo naturalmente è Di Nathalie..e non di Rachele. Scusate ma c’è stato un piccolo errore “tecnico”!
troppe persone, purtroppo, parlano solo per dare aria alla bocca…Chissà come si comporterebbero nella realtà proprio questi se capitasse a loro di avere un bimbo down!
Ho un fratello down. Un QI sotto il livello dell’idiozia. Non si rende neppure conto del trascorrere del tempo. I miei genitori se ne sono fregati o quasi per tutta la vita e ora che sono morti tutto il peso ricade su di me. Soldi, salute mentale e fisica persa per un sistema che ti considera un profittatore della situazione finché non dimostri il contrario, di giudici tutelari che tutto tutelano fuorché gli interessi dell’interdetto, per la soddisfazione di esercitare il meschino potere che hanno. Ho fatto l’amniocentesi per tutti i miei figli ed avrei abortito senza alcun rimorso se fosse stata diagnosticato loro un qualsiasi tipo di ritardo mentale. Non avrei avuto problemi per handicap puramente fisici, ma, questa è la mia opinione supportata da esperienza personale, non vorrei mai che un mio figlio fosse una persona incompleta, priva in parte o totalmente dei diritti civili e soprattutto non avrei mai voluto caricare gli altri miei figli di pesi che non spettavano a loro, in quanto la decisione di far nascere un figlio anormale( e contestatemi pure l’aggettivo, vocabolario alla mano…)era solo di noi genitori, pesi che avrebbero privato la LORO famiglia e i LORO figli di ciò a cui avevano diritto a causa delle scelte dei nonni…quel che sta accadendo nella MIA FAMIGLIA per qualcosa di cui non ho NESSUNA RESPONSABILITA’ né tantomeno colpa. Al giorno d’oggi chi ha figli down lo fa consapevolmente e trovo osceno che chieda ad altri, tramite varie associazioni, di pagare per le proprie scelte. Avessi deciso in tal senso non sarei mai stata tanto stupidamente irresponsabile e perciò rifiuto sempre di ascoltare chi mi chiede contributi per chi scarica su altri il peso VOLUTO delle proprie scelte. Chi lo fa perché è cattolico lo chieda alla chiesa che ha soldi da buttare e lo sappiamo tutti…
Maura condivido quanto tu scrivi.
Maura come ti capisco . Anche a noi e caduto il peso di mio cognato down di 49 anni. Mia suocera all’ epoca non poteva sapere ma non ha fatto molto per migliorare le sue condizione. E totalmente incapace, ha bisogno di aiuto dalla mattina fino alla sera che va a letto. Non ci vede bene , ha problemi digestivi, non cammina bene, non parla e capisce poco. Io ho fatto l’ amniocentesi e consiglio a tutte le donne con cui ho confidenza e so che hanno figlie femmine di farlo, perché almeno sanno a cosa vanno incontro. Anche di visitare un centro diurno per vedere la realtà. E vero che quando si decide per averlo bisognerebbe chiedere ai figli a parenti cosa ne pensano siccome influenzerà tutti. Noi stiamo cercando un centro residenziali ma i costi sono alti Ci siamo trovati ad avere un figlio neonato di 50 anni che pero non crescerà mai che tristezza.