Ultima modifica 14 Ottobre 2020
Adriano è il piccolo di casa, a Novembre compirà due anni.
È simpatico, sveglio, confidente con i bambini e con gli adulti, fisicamente forte e parla pochissimo.
Lui è nato in Inghilterra e la dualità del linguaggio è una caratteristica della sua vita. La sua prima babysitter era inglese, i suoi primi amici e le loro famiglie parlavano inglese come lingua predominante. Ora siamo in Italia, abbiamo trovato amici che parlano in inglese e in casa continuiamo a parlare entrambe le lingue, ci viene naturale.
Giocare, contare e cantare in inglese è, a volte, più semplice per la sorella Lavinia, che ha 6 anni e ha vissuto quasi tutta la sua vita in UK.
Adriano conosce tantissime parole, credo più di un centinaio, e non fa distinzione tra italiano e inglese, per indicare un oggetto usa la parola che decide lui.
Sì, è anche molto determinato e piuttosto indipendente.
Sarà perché Lavinia ha iniziato a parlare a 7 mesi e non ha più smesso. Sarà perché il confronto che una mamma fra tra i propri figli è fisiologico, ho cominciato a chiedermi se potessi fare io qualcosa per invogliare il mio non molto loquace bambino a comunicare verbalmente di più.
Leggendo qua e là, ho creato un juke box personalizzato utilizzando… il legno!
Ho raccolto un ramo nel bosco, avente un diametro di circa 3cm, da cui ne ho tagliati tanti dischi, dello spessore di circa 2cm.
Sulle due superfici interne dei dischi, ho poi disegnato, utilizzando dei pastelli, un simbolo, un animale o un oggetto che ricordasse una delle canzoni preferite di Adriano.
L’ultimo disco l’ho lasciato al naturale, rappresenta il silenzio.
Li ho messi in un sacchetto colorato e il giorno dopo li ho regalati al mio curiosissimo bambino.
‘Adri, Mamma da oggi sarà il tuo juke box!’
Ha subito sorriso alle mie parole, poi gli ho spiegato che nel sacchetto avrebbe trovato dei gettoni che racchiudono la sua Musica preferita e il silenzio, che lui chiama shhh. Scegliendo uno dei gettoni, io avrei cantato per lui e con lui la canzone corrispondente oppure saremmo stati zitti.
Ha capito il gioco ed era eccitatissimo. Abbiamo giocato a Mamma juke box per tantissimo, abbiamo cantato, ballato e lui, felice, ripeteva qualche parola, ma soprattutto i gesti con cui mimavo ciò che cantavo.
Questa semplice attività aiuta il bambino a trovare la confidenza nelle parole di cui ha bisogno. Pian piano, imparerà le canzoni e, quando sarà pronto, le canterà insieme a noi. Inoltre, è un modo per connettersi con il proprio figlio: il contatto visivo, il contatto fisico durante la danza, rendono questi momenti preziosi e importantissimi per loro. E per noi.
Coinvolgere i fratelli maggiori e altrettanto importante.
Il grande si sentirà utile perché contribuirà alla missione della mamma, il piccolo capirà che tutti i componenti ti della famiglia (ovviamente anche il papà è ammesso al gioco) sono lì per lui e hanno voglia di giocare con lui.
E poi cantare e ballare tutti insieme è proprio divertente.
Non importa che siate intonate, che siate danzatrici provette, quello che un figlio cerca in una mamma è un sorriso, il gioco e la pazienza di attendere anche solo una parola cantata insieme!
Questi sono alcuni dei tormentoni che vi consiglia Mr. Adri:
– Zoom zoom song, la sua preferita in assoluto;
– Sleeping bunnies
– I due Liocorni
– Le tagliatelle di nonna Pina
– 44 gatti
– Row row row boat
Scoprite insieme ai vostri cuccioli quale tra queste è la sua preferita!