Ultima modifica 27 Febbraio 2013
Nelle nostre classi e in altre migliaia di scuole italiane (a prescindere ovviamente dalla raccolta di carta dell’ufficio amministrativo e la plastica accanto al distributore automatico) si fa da tanti anni una raccolta differenziata piuttosto attenta. Le nuove generazioni vanno sensibilizzate sempre di più al problema e lavorare per risolverlo non è più un luogo comune, ma una impellente necessità.
Fin dalla prima abbiamo iniziato a creare un angolino in classe per la carta e la plastica e qualche bambino, prendendolo come un gioco, ha iniziato a fare il “canestro” giusto.
Certo è che in prima elementare non si può chiedere che si comprenda fino in fondo l’importanza di questi gesti, ma si può fare in modo che diventi abitudine, ricordandoli ogni tanto e facendo leva, soprattutto, sulla differenziata della carta : “salviamo gli alberi!” è, in genere, il “grido di battaglia” che muove subito quelle piccole sensibilità.
Ora che siamo in terza , invece, abbiamo iniziato a parlare seriamente dell’importanza della differenziata.
E’ scattata, così, l’operazione “CESTINO LEGGERO”…
Un bel giorno ci siamo accorti che il cestino dell’immondizia era strabordante …
– Maestra qui cade tutto! … Ancora un brick e sarebbe esploso.
Allora la maestra prende la busta e la pesa: 2,5 kg. 2 chili e mezzo di immondizia….
– Maestra ma quanta immondizia “facciamo”!?
Tutti a sollevare la busta per sentirne il peso….minimo…
E la maestra : – Scommettiamo che là dentro di immondizia ce n’è veramente poca?
– Ci prendi in giro maé? Quella è tutta robaccia!
Ecco il segno che il concetto di differenziata non è passato…o almeno non è arrivato ancora al punto di tramutarsi in azione autonoma e consapevole.
C’è bisogno di dimostrare in modo inequivocabile che la “robaccia” è soltanto ciò che non è più riutilizzabile, ciò che non si ricicla più.
– Proviamo a vedere…
Guanti in lattice e all’opera:
– Maestra ma metti le mani nell’immondizia!!!!
– No dai!….. E ridono…. e parlano tra loro….. e scuotono la testa. Ma guardano….
– Immaginiamo che il nostro cestino sia una discarica, uno di quei giganti di immondizia che si vedono in tv, sui quali i gabbiani girano in tondo…
3 bottigliette di plastica di cui una quasi piena….via l’acqua e poi nel cesto della plastica.
8 brick di thè e succo di cui 4 quasi pieni…via a svuotare nel lavandino e poi nel cesto della carta da riciclo.
– Maestra però le cannucce nella plastica!
– Eh già, hai ragione…stavo per fare un pasticcio!
Pausa: – Ma come si fa a buttare un succo quasi pieno??? Ma non si spreca così!
(La sgridata della maestra ogni tanto ci sta …per fare scena…ma anche no.)
7 fogli accartocciati….10 cartacce di merende…15 palline di stagnola…Pezzi di un gioco rotto…2 colori e 1 penna consumati…buste di merendine…
Et voilà…è diventato un gioco stranamente interessante. Di fronte ad un’attività così banale (svuotare un cestino) sono tutti in silenzio aspettando la sorpresa, come quella di un mago e il suo cappello a cilindro : cosa uscirà adesso? Certe volte basta così poco per interessarli e far capire una cosa importante. Il cestino si svuota e la classe si riempie di sorrisi un po’ increduli e un po’ consapevoli di quello che sta accadendo.
Alla fine la maestra pesa di nuovo la busta con tre o quattro pezzini di pane…e una fetta di salame…e una cartaccia troppo “impomodorata” di pizza per essere riciclata: 200g busta compresa. 200g di immondizia.
– E se buttassimo gli avanzi di cibo nella raccolta dell’umido?
– Maestra… eh…(con aria “dimostrativa” ) ma…. allora noi non abbiamo prodotto immondizia oggi!!!
– Maestra! La nostra discarica è solo un pezzo di carta sporco di pomodoro! E’ piccola!
Il sacchetto ben chiuso ha fatto di nuovo il passamano e tutti si sono resi conto che se si vuole, con minimo sforzo, si può aiutare la Terra a non soffocare nell’immondizia.
E da quel giorno il nostro cestino è LEGGERO.
Alla LIM tante immagini di discariche e qualche video sulle lotte che fanno alcuni cittadini, in ogni parte d’Italia, per non avere una discarica vicino alla propria abitazione…Durante la visione una bambina mi guarda e mi dice:
– E certo maestra che un prato si respira meglio…una discarica no . E nella sua frase non c’era neanche un errore.
non solo + bello l’articolo, a è splendido l’agire della maestra. Spero che ce ne siano tante come lei. Peccato che in molte città manchi il cassonetto per l’umido, per cui, anche volendo, molto si riversa in discarica. A quando una legge che, in caso non vi provvedessero, obblighi i sindaci a pagare una multa salatissima DI TASCA LORO?
Grazie veramente! Spero soltanto che il nostro lavoro non sia invano e che l’entusiasmo dei bambini non venga frustrato come il nostro. Speriamo in tempi-governi migliori.