Ultima modifica 20 Giugno 2019

E’ notizia di qualche giorno fa  da uno studio effettuato in Inghilterra i giovani tirocinanti, affiancati a dei professori di ruolo, che fanno pratica a scuola, pensano di gettare la spugna e di cambiare totalmente lavoro. La percentuale è piuttosto alta visto che si parla quasi di un “neoprofessore” su quattro (per la verità The Guardian parla addirittura del 73% dei tirocinanti che si interroga seriamente sul proprio lavoro,per arrivare ad uno su quattro che poi decide di lasciare).

Sad teacher

Al di là del fatto che qualcuno lamenta dei troppi compiti da correggere e delle tante ore di aggiornamento, che fanno parte comunque del lavoro, (forse a dispetto di chi pensa davvero che il mestiere dell’insegnante sia un mestiere “part – time”), ciò che mi ha colpito è che molti neo professori notano che gli alunni siano “maleducati” e che la figura dell’insegnante non sia rispettata. Ed hanno paura di questo tanto da pensare di non riuscire a gestirli.

Chi lavora con i bambini come me (ed in una piccola cittadina di provincia che non è di certo Londra) rileva questa realtà solo in parte, anche se qualche piccola avvisaglia purtroppo l’abbiamo anche noi. Più che maleducazione io parlerei di scarsa educazione a rapportarsi con i ruoli, anche tra i bambini piccoli.

Personalmente rilevo che il rispetto che avevo io del mio maestro ed addirittura il timore che aveva mio padre del suo, di certo non esiste più e forse questo non è del tutto un male. Purtroppo però anche i bambini cominciano a rapportarsi con l’adulto quasi come se non ci fosse alcuna differenza.

Faccio solo qualche esempio: qualche bambino non si pone neanche il problema di salutare qualsiasi adulto che entra in classe a meno che l’insegnante lo riprenda con la “solita” frase: “Salutate tutti, all’entrata ed all’uscita!”. Per poi passare al problema opposto di chi dice “Ciao” al Preside…

Ma gli adulti rispettano i ruoli?

A mio modo di vedere sempre di meno e questo si riflette sui bambini che vengono quindi percepiti sempre di più come “maleducati”.

Personalmente credo di vivere in una società in cui tutti ci sentiamo in dovere di dire la nostra che vale, comunque, quanto, se non di più, la parola degli altri.

Perché, dico io scherzosamente, lo sport preferito nazionale è quello di “chiacchierare le maestre”? Perché noi genitori, pur facendo un altro mestiere, avremmo fatto quella attività didattica in maniera diversa, e sicuramente migliore, di come ha fatto l’insegnante! E a questo sport anche io, purtroppo, qualche volta sono caduta!

Ma non vedete cosa succede nei siti Internet o nei gruppi Facebook? A volte è impossibile intavolare una “discussione” (seppur virtuale) in maniera calma senza che si intrufoli qualcuno a dire la sua con sarcasmo ma soprattutto con la voglia di contraddire mettendo in ridicolo chi ha espresso un’opinione diversa dalla propria!

Al di là della maleducazione,però, si rischia di infondere nei bambini uno scarso senso di responsabilità e la sensazione di “non sbagliare mai”; cosa che poi nella vita può portare delle grosse delusioni.

Non è meglio far vedere i propri limiti per spronarsi a migliorarli,invece?

Arianna Simonetti

Maestra, mamma, donna con mille interessi ed attività ... non necessariamente in quest'ordine! Motto della vita: Ama e fai quel che vuoi ... per tutto il resto c'è tempo

1 COMMENT

  1. Lo sport nazionale di chiacchierare le maestre….nella mia città, purtroppo, è, insieme al fare cortile in generale, lo sport più praticato.

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