Ultima modifica 20 Aprile 2015

E’ da tempo partita una campagna, con tanto di spot televisivi: all’acquisto di un fustino di detersivo corrispondeva l’invio di un vaccino contro il tetano materno e neonatale.

Il fine giustifica i mezzi, dice un antico proverbio, ma sempre?

Vedete nei paesi in cui viviamo il tetano è ormai un lontano ricordo, è stato da tempo debellato non mediate l’uso dei vaccini, ma con misure igieniche mirate, la sterilizzazione degli strumenti medici e di tutto ciò che è utilizzato in medicina-chirurgia.

In Africa l’igiene è ancora una parola semisconosciuta, non si può pensare che in paesi dove manca l’acqua, non parliamo di quella potabile, parliamo di acqua, anche inquinata che li serve, in piccolissime dosi, per tutti gli usi quotidiani che non riesce a soddisfare, e dove per trovare un bricco di acqua si devono percorrere Km,  la possono sprecare per usi non strettamente alimentari.

Non ne hanno per bere, figuriamoci per lavarsi e applicare anche delle semplici e ridotte norme igieniche. E la gente, le mamme ed i bimbi muoiono, muoiono di tetano.

Sarebbe più sicuro fornire loro le giuste quantità di acqua, realizzare canali e piper per portare l’acqua, che c’è lo hanno accertato, in tutti i villaggi, anche nei più remoti.

Ma è troppo difficile, quasi impossibile, per molteplici ragioni, non solo economiche, ma, e soprattutto, perché la maggior parte di quei territori è flagellata da guerre e guerriglie anche non dichiarate.

Perciò hanno studiato vaccini, meno sicuri certo, ma che, comunque, riescono a diminuire le morti, che danno una speranza di vita, ma occorrono soldi, molti soldi, e quella del tetano è solo una delle piaghe che affliggono quei territori.

E, allora, ben venga l’operato di chi in qualche modo specula sulla sofferenza, se cerca di indurre a comperare un prodotto per assicurare un vaccino.

Era quindi necessario moltiplicare le possibilità di contribuire alla campagna con il piccolo gesto di un dito, e chiedere a noi di cliccare sul mi piace del proprio profilo aziendale su facebook,  perché?

Per farsi pubblicità? Per influenzare ancor di più le persone? Non ci dicono di acquistare nulla, ci chiedono solo di dare un cenno di approvazione gratuito, non vi costa niente, solo un attimo del vostro tempo e potete salvare una vita.

È una specie di ”ricatto”, cercano di fidelizzare l’acquisto dei loro prodotti, nella speranza, forse, che la gente non pensi più a comparare il loro prodotto con altri, di verificarne, per lo meno, il rapporto qualità-prezzo, che lo acquisti solo per le loro campagne umanitarie, per il loro supporto all’Unicef.

E devo dire che questo modo di comportarsi non mi piace, che non salgono, per questo, nella mia stima, ma se un solo bambino o una sola mamma siano salvate dal loro intervento, clicchiamo quel mi piace.

Il fine giustifica i mezzi e questo vale anche per noi non solo per l’ azienda, turiamoci il naso e clicchiamo, forse un bimbo si salverà, forse vivrà una madre.

In fin dei conti questo è la sola cosa che importa.

Nonna Lì

Sono una giovane ragazza dai capelli bianchi, un vulcano di curiosità con una voglia irrefrenabile di sorseggiare la vita, una fantasiosa e interessante signora piena di voglia di fare, dire, raccontare, condividere.

1 COMMENT

  1. Sono d’accordo, se tutto questo può servire per salvare una vita….va bene, anche se restiamo un po’ stupiti per il mezzo scelto…..ma forse e’ un modo coraggioso e nuovo di intervenire, non dobbiamo escludere anche queste situazioni se sono a fin di bene! Ne riparleremo perché vorrei capire meglio, e’ troppo importante. Lucia

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