Ultima modifica 16 Marzo 2016
Premesso che come tutte le mamme del mondo, vivo una giornata che dura in media 48 ore e che combatto con imprevisti quotidiani che rendono la mia resilienza un’abilità in continua trasformazione, ma alla coccola serale, quella no, non rinuncio.
Perché in quel momento, nel lettone, tutto si ferma e la giostra quotidiana e frenetica lascia il posto a piedini morbidi e mani paffute.
E finalmente il respiro torna regolare, più profondo, le braccia di aprono per accogliere, la pelle si cerca e si respira in un momento che profuma di buono. Ci si racconta.
Io e i miei bambini dopo una fase coccolosa condividiamo il meglio della nostra giornata, ovvero –Quello che ci è piaciuto di più– attraverso racconti e aneddoti. Questo nostro appuntamento quotidiano ci permette di raccontarci il tempo e lo spazio che non abbiamo vissuto insieme ma che vogliamo condividere in un momento tutto nostro.
E nel lettone poi le storie prendono forma in una drammatizzazione che solo l’estro creativo dei bambini sa esprimere. Ed io li osservo stupita di quanta ricchezza raccontano i loro occhi e i loro gesti, in un processo dinamico che si rinnova in ogni nuovo racconto.
E poi si pensa al nuovo giorno, alle nuove avventure da affrontare, e ci si da appuntamento alla prossima sera per rifornirci di coccole e di noi, in un rituale che si rigenera perché nutrito.
Ripensandoci, il titolo non rende giustizia al contenuto. Una coccola al giorno?
Ma no! Meglio mille, diecimila, centomila coccole e momenti preziosi,pernutrire giornate frenetiche e distacchi forzati. E ripartire poi per una nuova avventura quotidiana ricca di imprevisti, ma con una certezza che fa bene, la coccola della sera.
Cecilia Gioia di MammacheMamme