Ultima modifica 17 Giugno 2023
Parlo da mamma e non da insegnante.
L’asilo nido è una risorsa insostituibile, ma nei fatti questo è scontato solo per gli altri governi.
Come tutti, quando è nata la mia prima figlia, ho provato al nido pubblico.
Una nuova scuola zerosei. Ci crediamo ancora?
Quando chiesi di iscrivere mia figlia, entrò come duecentocinquataseiesima in lista d’attesa. Praticamente l’avrebbero presa l’anno successivo.
E quando chiesi “ma come si fa?” la signora mi rispose “Eh, ma lei lavora signora… prima c’è chi non ha reddito“.
Giusto, sì, per chi non ha reddito.
E per me che lavoro? Ma sì, come al solito, chi non sta peggio non si lamenti.
E così le mie figlie sono andate al privato. Fortunate assolutamente.
Ma se dovessero chiedermi “ lo stato si è preoccupato di te come donna che lavora?” Risponderei anche no.
Leggo l’articolo di Repubblica che parla di una bella proposta per un nuovo sistema scolastico 0-6 fatta dalla rappresentante del PD per l’istruzione Francesca Puglisi e, dopo aver visto Presa Diretta, nella puntata dell’8 febbraio sulla scuola, mi viene naturale uno scontro frontale tra idee, proposte, fatti, speranze, palloni gonfiati con un ago lì, a 2 cm.
Chi non apprezza l’idea di uniformare in un unico grado di scuola le età 0-6 che non abbia più un aspetto di frammentario, ma quello di un percorso uniforme teso alla crescita serena e socializzante del bambino? Chi non concorda con l’idea che una scuola pubblica possa accogliere diffusamente i neonati senza interminabili liste di attesa?
Piace moltissimo l’idea di una presa in carico della spesa da parte dello stato e dei vari enti.
Piace ancor di più che “Bambine e bambini dovranno poter coprire la distanza tra casa e scuola “in tempi ragionevoli”, a piedi, con i mezzi pubblici, con un trasporto appositamente predisposto.”
Quindi ci si aspetta una “fiorita” di scuole pubbliche 0-6 mai vista prima.
Tutto ciò è meraviglioso perché somiglia incredibilmente… a ciò che da anni l’Europa ci chiede; perché risulta ” un’innovativa”scoperta della necessità di maggiore attenzione alle mamme lavoratrici.
Non riesco ad immaginare come si potrà realizzare questa proposta estremamente attuale e sicuramente completa nella sua previsione, se quest’anno noi della scuola primAria (si chiama così perché arriverà a campare di tale elemento naturale) non abbiamo avuto i soldi per comprare un pennarello (ma del resto ci sono, come abbiamo visto nel programma Presa Diretta, scuola senza termosifoni).
Io alle rivoluzioni annunciate non credo più.
Ma, l’ottimismo è il profumo della vita (cit.), si sa.
Meglio che la proposta ci sia e che l’Europa continui a “pungolare” il governo italiano su questo argomento. Magari prima o poi una nuova scuola zerosei viene fuori davvero.
Mah.