Ultima modifica 28 Dicembre 2016
Lo scorso 11 maggio il Governo approvava il disegno di legge riguardante la “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”.
Unioni Civili: il primo sì a Catania
Subito dopo, il famigerato decreto Cirinnà, dal nome della senatrice che lo aveva ideato, è diventato legge (L. 20 maggio 2016 n. 76).
Questa legge definisce una volta e per tutte (forse!) le unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina le convivenze di fatto.
La legge infine è entrata in vigore il 5 giugno di quest’anno, e da quella data molti comuni si sono visti recapitare richieste di unione da moltissimi cittadini.
Un’unione civile tra due persone maggiorenni dello stesso sesso si costituisce mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni.
Con la costituzione dell’unione civile le parti acquistano gli stessi diritti e doveri.
Questo recita il sito del governo.
Dopo l’emanazione della legge c’è voluto qualche giorno, recita L’Espresso raccontando della prima unione civile, prima che nei comuni arrivassero i formulari, ovvero prima che la legge potesse essere applicata, ma questa si sa è l’Italia.
La prima unione civile si è celebrata nel comune di Reggio Emilia, dove con il tricolore in bella mostra il sindaco Luca Vecchi ha unito due firme del giornalismo italiano, Marco Sotgiu e Piergiorgio Paterlini, insieme da ben 37 anni che hanno finalmente coronato il loro sogno di potersi sentire una famiglia anche davanti agli occhi dello stato.
Appena due giorni fa invece mi è saltata agli occhi la prima unione civile celebrata nella mia città, Catania.
Poco prima della notizia, lo scorso 21 agosto, il quotidiano locale La Sicilia annunciava di avere attivato presso il comune del capoluogo etneo il servizio per il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso.
Il sindaco Enzo Bianco, sembrerebbe con un piglio orgoglioso, aveva commentato personalmente l’avvenimento: «Catania si riconosce nello spirito che ha animato la legge Cirinnà – e che, storicamente in questa città, ha alimentato una sensibilità verso tolleranza, libertà e diritti civili, dando un importante contributo allo crescita sociale e culturale» aveva detto (Fonte: La Sicilia.it).
E così è andata anche a Catania con le Unioni Civili.
Il 29 agosto infatti, all’ombra del liotro (l’elefantino simbolo della città), nei saloni del Castello Ursino Rosalba Caruso e Laura Testa si sono scambiate le promesse di fedeltà e convivenza, tra un centinaio di parenti, e sotto lo sguardo compiaciuto di alcuni esponenti dell’Arcigay di Catania.
La storia di Laura e Rosalba è decisamente più breve rispetto a quella dei due giornalisti emiliani, ma non per questo meno intensa è stata l’emozione di potere pronunciare il loro sì davanti all’ufficiale di stato civile che ha sancito la loro unione.
Le due donne si sono conosciute 6 anni fa e convivono da diverso tempo.
E sembrerebbe che la lista delle unioni civili a Catania sia destinata ad allungarsi in breve tempo: già il primo settembre infatti è prevista una seconda celebrazione presso la sede di un’anagrafe cittadina.
Che dire, una unione che si celebra è sempre foriera di gioia e felicità, e anche noi facciamo gli auguri a questa nuova coppia e a tutte quelle che coroneranno così il loro sogno di famiglia.