Ultima modifica 10 Ottobre 2019

IMG_0385Leggendo il post sul blog di Claudia, un’italiana che vive a Milwaukee, ho pensato di agganciarmi a lei per raccontarvi la nostra esperienza. Ovviamente si parla di età differenti perché ci sono 4-6 anni di differenza tra la figlia di Claudia e i miei figli.

Quando eravamo in Italia, approfittando del fatto che i miei figli festeggiano il compleanno a 3 giorni uno dall’altra, facevo un’unica festa. Mentre molte mamme facevano la festa in una nota catena di fast food che detesto, io affittavo una sala dell’oratorio. In questo modo in caso di mal tempo avevamo un tetto, mentre in caso di bel tempo, i bambini potevano stare in cortile e giocare, mentre noi mamme potevamo chiacchierare. E non avevo paura che mi smontassero casa!

A parte le patatine e le bevande, preparavo tutto io: pizzette, dolcetti e torta con le candeline. Solo il loro ultimo compleanno, ancora ignari che sarebbe stato l’ultimo festeggiato in italia, è stato diverso: pochissimi amici intimi e hanno fatto il pigiama party in casa: un weekend con gli amici di mio figlio e il weekend successivo con le amiche di mia figlia. E, appunto senza saperlo, in realtà stavamo preparandoci a quello che sarebbe poi successo qui.

QCIMG3593ui funziona allo stesso modo: o si affittano sale in luoghi pubblici (bowling, pattinaggio, fast food) con bevande, pizza e torta inclusi nel prezzo, oppure si invitano pochi amici a casa per lo “sleepover” (il pigiama party). In questo ultimo caso però è bene essere preparati perché in genere non vi è niente da mangiare, nemmeno la torta con le candeline! La festa inizia intorno alle 6:30, orario in cui si prevede che l’americano medio abbia già fatto cena! RICORDATEVELO perché ci sono ben poche eccezioni!

Mi ci sono voluti 3 anni qui per capire queste abitudini e per capire perché gli amici dei miei figli vogliono sempre venire alle feste a casa nostra. Già perché noi siamo Italiani e nulla cambierà mai questo dato di fatto. Nelle feste a casa nostra si mangia (tutto “homemade”) e si beve. E c’è la torta! Se la giornata lo permette si fa la water fight (gavettoni) e il papà fa qualche hot dog sulla griglia.

Ovviamente lo sleepover non lo fanno contemporaneamente, ma ad una settimana uno dall’altra. Così il primo anno l’ha fatto prima mio figlio e poi mia figlia. La notte fra il sabato e la domenica. Non sapevo cosa aspettarmi ma la domenica ero contenta perché i ragazzi erano stati bravissimi, molto molto educati e tranquilli. Quindi con 10342002_10204221784293706_7145043988211118858_nestrema serenità ho affrontato, la settimana dopo, la festa della figlia. Ma in questo caso la domenica, quando finalmente tutte erano fuori dalle scatole, ho guardato mia figlia negli occhi e le ho semplicemente detto: “MAI PIÚ”. A voi capire perché! Ovviamente non ho mantenuto la promessa e l’anno successivo abbiamo replicato, ma ho selezionato io le invitate!

Gli sleepover a cui ha partecipato mia figlia non hanno mai incluso il mangiare. Mai. A dire il vero un paio di volte si è anche trovata ad essere l’unica amica presente. Generalmente non si degnano nemmeno di confermare o meno la presenza. Ma questo mi ricordo succedeva anche in Italia, ahimé. L’educazione a volte viene chiusa fuori dalla porta di casa! A casa nostra non è mai successo. Sarà “colpa” del cibo?

Per l’ultima festa mia figlia ha voluto stra-fare: partendo coi preparativi tempo prima, ha costruito con l’aiuto di suo padre una doscoteca! Purtroppo non ha avuto il successo sperato: le ragazze hanno ballato venti minuti e, leggendo il post di Claudia ho capito che qui non esiste il culto della discoteca e, come mamma, sinceramente non posso dire che mi dispiaccia!

Vedremo come andrà il prossimo visto che il maschio sarà alla High School e probabilmente le cose saranno diverse.

I regali qui sono generalmente soldi o gift card, così non si rischia di sbagliare.

Paese che vai, festa che trovi!

 

Renata Serracchioli

Nata ad Ivrea, con il mio compagno condividevo un sogno: vivere in America. Ed è grazie a lui e al suo lavoro (il mio l’ho perso a causa della crisi) che il nostro sogno si realizza.

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