Ultima modifica 20 Giugno 2019
Finite le vacanze. Tutti tornati. O quasi. Qualche fortunello ancora si bagna i piedi al mare.
E non è più facile come una volta spiegare al nano perchè non rimaniamo nelle acque cristalline della Croazia a giocare tutto il giorno con mamma e papà insieme. 24 su 24…
Ebbene si, il momento è arrivato. Lui è abbastanza grande ormai ( un ometto di otto anni ) e ha capito una cosa fondamentale. Non si è sempre in vacanza. Si va e poi finiscono e si torna ai propri doveri…
Papà ha ricominciato ad uscire di casa la mattina e tornare alla sera, e tra pochi giorni inizierà la scuola. Eh già. Quando lo senti chiederti ogni giorno quanti giorni restano di vacanza… Beh vuol dire che è fatta, ha capito. E in un certo senso è un po’ triste… vuol dire che sta crescendo e una parte della sua innocenza bambinesca se ne va ogni giorno un po’ di più.
Comunque la storia insegna che ci siam passati tutti e si sopravvive no?
E poi diciamolo. Al mare non ci possiamo stare tre mesi è vero ma lui tre mesi se li è fatti comunque lontano dalla scuola.
Già tre mesi… di vacanza
Tre mesi di compiti. I tanto bistrattati e insultati compiti estivi. Nel nostro caso erano un bel librone di esercizi di tutte le materie e un piccolo libricino da leggere.
Il bel librone ha tante pagine a vederlo ma è molto colorato. Semplice e se vogliamo divertente. O per lo meno cerchiamo di viverli così, i compiti. Sempre. Perché se non c’è un filo di divertimento nel fare 5 + 4 e basta se gli dico “senti un po’ ma se tu hai cinque euro e io te ne do altri quattro quante micro macchinine ti puoi comprare? “ Beh vedo accendersi la lampadina del suo cervelletto…
Ancor prima della partenza ho sentito schiere di mamme lamentarsi, post su Facebook di gente che armata di coraggio ( neanche andassero in guerra ) denunciava che non avrebbe fatto fare i compiti ai propri stanchissimi, debilitati e saturi figlioli. E io mi pongo ancora, anche dopo aver fatto il librone in tre settimane con massimo cinque pagine al giorno o meno… Ma di che si lamentano?
Davvero è un dramma mettersi seduti un pochino con i proprio figli a fare qualche esercizio? Davvero si è convinti che gli farebbe bene stare tre lunghi mesi senza un libro? A me pare solo una grande esagerazione.
E il solito comportamento di molti e in molti campi, non solo quello scolastico. Gridare al lupo per nulla e non accorgersi che in realtà è in giro da un pezzo e ha già fatto fuori tutto il possibile delle cose davvero importanti.
Senza contare che lamentarsi davanti ai figli facendoli sentire prigionieri e schiavi non è che li aiuti. Li spinge solo ad odiare studiare anziché imparare ad amare lo studio. Che se non sbaglio vuol dire ancora imparare, leggere e capire?
Forse bisognerebbe scendere in campo e in guerra a lottare contro le scuole fatiscenti, per programmi didattici e metodi di insegnamento a volte arcaici. E non per volontà del corpo docente sia chiaro. Per come vengono bistrattati per non dire di peggio i poveri insegnanti. Che sono delle perle in un porcile a cui tolgono ogni giorno un pezzo di voglia di fare.
Perché se ci sono alcuni insegnanti a cui non si capisce come si permetta di insegnare a moltissimi altri bisognerebbe chiedere come trovano loro la forza di tornare dalle vacanze e rimettersi in trincea.
Io dal canto mio sono felice che gli diano qualche compito che alleni la sua mente, che gli insegni il dovere oltre che il piacere. E che se vuoi puoi far diventare il dovere anche un po’ piacere, perchè imparare è meraviglioso e divertente.
E come ho ringraziato gli insegnanti a fine anno per il loro lavoro, al primo giorno li ringrazierò per esser tornati.