Ultima modifica 22 Settembre 2017
Non bastavano le costanti campagne anti-vaccinali portate avanti con triste costanza, specialmente su Internet da gruppi più o meno organizzati.
Oggi a rincarare la dose dell’oscurantismo ci si mettono pure gli opinionisti in TV: il caso è quello del critico musicale ed ex Dj Red Ronnie, che durante la trasmissione “Virus” in diretta su Rai2, ha rinfiammato le polemiche su vaccini dichiarando con sprezzante sicurezza che “vaccinare i bambini è demenziale”.
Esprimere la propria idea su un argomento di interesse nazionale è lecito e legittimo, soprattutto quando si è ospiti invitati per alimentare il dibattito con la propria opinione.
Non è possibile però accettare che un’opinione su un argomento di capitale importanza, come quello dei vaccini, sia lasciato in balìa di un’opinione poco qualificata, portatrice, come in questo caso, di informazioni palesemente scorrette.
Vaccinare è demenziale? No, è vitale
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una costante escalation di critiche a danno delle campagne vaccinali, che lo ricordiamo, sono state una delle più grandi conquiste mediche del secolo scorso, che ha contribuito in maniera fondamentale ad abbattere i tassi di mortalità in moltissimi paesi.
Per comprendere la radicale importanza dei vaccini basti pensare che:
- Il vaccino contro il vaiolo (il primo della storia) ha permesso di eradicare completamente il virus! Dal 1979 il vaiolo non esiste più sulla faccia della terra; nel 1960 era responsabile di circa 2 milioni di morti nel mondo, per lo più bambini.
- La poliomielite è passata dai 350 mila casi nel mondo registrati nel 1988, ai 1652 del 2007, sino a giungere ai 257 del 2012!
- Dopo 20 anni di campagne vaccinali in Italia, malattie come la parotite (orecchioni) sono praticamente scomparse.
Questi numeri sono già sufficienti a capire qual è l’importanza dei vaccini per l’intera società.
La bufala dell’autismo
Le scellerate dichiarazioni di Red Ronnie hanno riportato in vita uno spettro ancor più temibile: la sensazione che i vaccini siano dannosi e che possano provocare malattie come l’autismo.
Per correttezza è giusto dire i vaccini, come tutti i farmaci, possono presentare delle possibilità residuali di effetti avversi. Ma si tratta di numeri decisamente inferiori rispetto alle possibilità di contrarre una delle malattie infettive per cui sono stati creati.
Una cosa sembra essere più certa delle altre: i vaccini non provocano l’autismo. Non si tratta assolutamente di un’opinione ma di un dato certo. I numeri sull’autismo parlano chiaro: tra i bambini vaccinati e bambini non vaccinati ci sono le stesse possibilità (in termini numerici) di “essere” autistici.
Ma non solo: lo studio dell’ “ex” medico (perché fu poi radiato dall’albo) inglese Andrew Wakefield che suggerì questo legame è stato dichiarato più volte una bufala, tanto che The Lancet, l’autorevole rivista scientifica che lo aveva pubblicato, lo ritirò nel 2010 a seguito di un’attento riesame dei documenti dello studio.
Ricordiamo che vaccinare i propri bambini è il gesto più responsabile che un genitore possa compiere e che l’adesione alle campagne vaccinali è un diritto accessibile a tutti (vedi infografica).
Dott.ssa Luana Longo