Ultima modifica 3 Aprile 2019
Passa mozione anti aborto a Verona.
Attimo di silenzio.
Io sono un’anti abortista 23 ore su 24.
Ma con una sottile differenza rispetto ai signori del consiglio comunale di Verona: io non abortirei mai. Ho partorito in veneranda età sapendo di correre dei rischi e rifiutando l’amniocentesi ma non critico chi sceglie di farlo.
Io parlo per me, per la mia coscienza. Non ce la farei mai.
Non c’entra Dio con la mia idea. C’entro IO.
Ma partiamo dai fatti.
5 Ottobre 2018. Il consiglio comunale a Verona ha approvato nella notte, con 21 voti a favore e sei contrari, una mozione che dichiara Verona “città a favore della vita” e finanzia associazioni cattoliche per iniziative contro l’aborto.
Verona è una città di centrodestra.
Ma vota contro l’aborto anche la capogruppo del PD Carla Padovani.
Si scatena la bufera politica. Il centro destra viene investito, come spesso accade ultimamente, di insulti ma la vera martire ora è la signora Padovani.
Quest’ultima si giustifica dicendo che ha votato secondo coscienza.
Ora che succederà?
Il comune finanzierà gli enti a favore della vita e via di propaganda anti aborto.
Vorrei scrivervi di essere d’accordo con loro perché se seguite un pochino il nostro magazine sapete da che parte sto.
Ma c’è una sottile differenza
fra chi ha idee e chi le impone.
Questa differenza si chiama intelligenza.
Modestamente ed egoisticamente, passatemi questo momento di boriosità, io riesco a capire che ognuno deve essere libero di scegliere.
Mai e poi mai giudicherei una donna per questa scelta (tranne nel caso in cui l’aborto sia per lei come prendere un’aspirina perché in tal caso mi domanderei se è a conoscenza di come si rimane incinta ).
Non sono d’accordo con questa Verona “ città per la vita “ e mi delude come mi deludono tantissime altre cose ultimamente.
I nostri politici si dimenticano spesso del popolo.
Quel popolo che dovrebbe regnare sovrano e che invece è ormai diventato un tappetino sul quale chiunque abbia un’investitura o una carica ci si pulisce i piedi.
Ancor più raccapricciante è l’ignoranza globale di chi si lascia manovrare.
E non parlo di destra, sinistra di Chiesa o medicina.
Parlo di noi. Del popolo.
Di come stiamo regredendo.